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Titoli di coda

Mi sono ritrovato ad affrontare quei lunghi sabati pomeriggio chiuso in casa, intrappolato in un limbo di lentezza e confinamento che i vecchi devono sorbirsi per la semplice mancanza di alternative. Ero lì con i miei genitori anziani,per fare loro compagnia o forse a farne a me per tutta quella che non ho fatto prima.
Ma il vero punto di questa riflessione, una delle tante che in questo periodo della mia vita mi arrivano addosso come pietre lanciate dal futuro, è un altro.

Durante questi lunghi pomeriggi, la televisione diventa una grande compagna di vita e i film di tutti i tipi diventano modi di fregare il tempo che non passa mai.
Fuori fa troppo freddo, le giunture ti fanno male, ti spaventa un mondo che non capisci più o per una delle tante cose che ti vengono tolte mano a mano che passa il tempo.
Quando mi ritrovo a fare compagnia, cerco di immedesimarmi e di comportarmi con quella tranquillità e pacatezza che serve per non far sentire troppo che la vita è quello che è e che i cicli, una volta aperti, si chiuderanno.

Cerco di non stressare i miei con fanatica richieste di fare finta di avere cinquant’anni di meno tutti quanti.
Mi accomodo e mi appello a quel poco di zen rimasto dentro di me, se mai c’è stato.
E quando riesco a prendere il passo di chi è più vecchio di me, capisco che non c’è davvero un altro posto dove andare.
La maturità e la saggezza vogliono dire stare bene nel posto in cui sei, per quanto quieto, noioso e isolato.

Mi guardo il film e, poiché il tempo c’è, mi accorgo di alcune parti che nel mio correre quotidiano avevo scartato, cancellato, bypassato perché in fin dei conti, quando sei sano e sei giovane, non hai mai tempo per i titoli di coda e per le sigle.
Ma quando tutto si calma, ti accorgi che esistono anche le sigle e i titoli di coda, che qualcuno ha messo la sua creatività, il suo sentimento, la sua voglia di esprimersi anche in quei pezzi che di solito non guardi.

Sono quei momenti di attrito, di conflitto interno tra il desiderio di fuggire dalla noia e la necessità di accettare la realtà per quello che è, che permettono alla vita di svilupparsi e di superare le sfide dell’ambiente.
Come un albero che si piega al vento per non spezzarsi o un fiume che si adatta al terreno per trovare la sua strada, anche noi dobbiamo imparare a piegarci e adattarci alle situazioni che ci circondano.

E così, in quei lunghi sabati pomeriggio chiuso in casa, imparo a trovare la bellezza nelle cose più semplici, nei momenti più tranquilli, nei titoli di coda dei film.
Perché è lì che si nascondono le gemme, i tesori nascosti che solo chi sa ascoltare può scoprire.

Sebastiano Zanolli, giugno 2023 –  @Mozzafiato

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