Nel Paese con la popolazione più anziana d’Europa, essere vecchi è un atto rivoluzionario.
E non “di età avanzata”, ma vecchi per davvero.
In un contesto patriarcale di continua cancellazione identitaria e la conseguente modalità di etichettare in maniera complusiva, riappropriarsi delle parole senza temerle appare dunque fondamentale, dal momento che il linguaggio costituisce il mezzo di espressione del pensiero.
E siccome la lingua non riproduce la realtà, piuttosto la reinventa, il significato non può più rappresentare il potere, bensì ha il compito di decostruirlo.
Ma cosa significa, oggi, essere vecchi?
Ne ha parlato Ornella Vanoni con la giornalista e scrittrice Daria Bignardi lo scorso 13 giugno presso il Teatro Franco Parenti di Milano.
Durante la lectio imprevedibile, la Signora della canzone italiana ha ripercorso alcuni momenti fondamentali della sua carriera come l’incontro con Giorgio Strehler e ha regalato agli astanti preziosi momenti di riflessione su grandi temi esistenziali come la morte, la malattia, il sesso e l’accettazione di sé e di un corpo che cambia.
Con l’inguaribile umorismo che la contraddistingue, ha esortato a tirar fuori il bambino che si cela in ognuno di noi, per poter ridere della morte e della sua ingannevole eternità. Ne è emerso dunque il ritratto complesso di una donna coraggiosa che ha saputo fare dell’ironia la sua ancora di salvezza in una vita fatta di successi, ma anche di tanti tormenti.
Come la Gioconda, il suo volto gioioso tradisce sempre uno sguardo malinconico ineluttabile, un umano rimpianto che fa da monito a vivere con pienezza l’esistenza per saper poi abbandonarsi ad essa.
Riuscire a trovare a qualsiasi età il sorriso dentro al pianto, perché Ornella vuole vivere e cantare e dopotutto, domani è un altro giorno.
Chiara de Stefano, giugno 2023 – @Mozzafiato
Foto di Chiara de Stefano – @Riproduzione riservata