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La Tempesta

Tradizionalmente riconosciuta come la penultima opera di William Shakespeare, La Tempesta sarà in scena al Teatro Strehler di Milano dal 14 al 26 Maggio, con la regia di Roberto Andò.
Così lontana nel tempo, eppure inevitabilmente così attuale.
La vendetta, il sogno e il perdono sono i temi portanti dell’opera, che s’intrecciano con originalità in un susseguirsi di scenari onirici realizzati grazie alle scenografie di Gianni Carluccio.
Originale, dopo più di 400 anni, resta anche la struttura narrativa: a differenza delle precedenti commedie shakespeariane, La Tempesta non ci racconta gli avvenimenti nell’esatta successione in cui accadono nel tempo e nello spazio, anzi.
La storia è già finita.
Tutto quello che è accaduto prima, l’origine, l’usurpazione, il naufragio, ce lo racconteranno i protagonisti.
Ma andiamo con ordine. Il protagonista, uno straordinario Renato Carpentiere, è Prospero: ex duca di Milano, spodestato dal fratello Antonio, che con l’aiuto del re di Napoli lo esilia su un’isola insieme alla figlia Miranda. I due si salvano e scoprono presto di non essere soli: l’isola è abitata da un mostro, Calibano e da uno spirito, Ariel.
Dodici anni dopo, Prospero non è ancora riuscito a liberarsi della sua sete di vendetta e, grazie alla magia, fa naufragare – in una tempesta – l’odiato fratello Antonio, accompagnato dal re di Napoli e suo figlio Ferdinando.
Il palcoscenico fa da sfondo al susseguirsi del racconto di Prospero e diventa una stanza, una casa, poi una spiaggia, poi ancora mare aperto, fino a diventare il fulcro e l’origine di tutto: la Tempesta.
Renato Carpentieri, in una performance intensa e coinvolgente, porta magistralmente in scena le mille sfaccettature dell’animo umano, l’evoluzione che porta un uomo assetato di vendetta ad arrendersi al perdono e alla sua stessa magia. Prospero si allontana dai suoi stessi poteri, diventa più umano e consapevole, si arrende di fronte alla vita che senza riserve lo pone di fronte all’inevitabile: l’amore che nasce tra sua figlia Miranda e Ferdinando.
Lo spettatore assiste all’evoluzione del protagonista, la rappresentazione umana dell’accettazione di sé e dei propri lati oscuri: non occorrono trucchi, non occorrono spiriti e magie, perché “noi siamo fatti della stessa materia dei sogni e la nostra vita è breve come l’attimo di un sogno”. Ecco allora che il perdono si fa più forte di qualsiasi sete di vendetta: Prospero accoglie la tempesta dentro di sé e la usa per diventare una persona migliore. Accetta il nuovo amore, perdona suo fratello, libera Ariel e Calibano.
Un cast eccellente e le musiche originali di Franco Piersanti ci accompagnano per tutta la durata dello spettacolo, in un’esperienza immersiva che come mai prima d’ora diventa quella di ognuno di noi.
 La Tempesta si conferma una delle commedie più intime e profonde che siano mai state scritte e, nelle parole del regista Roberto Andò: “se c’è una ragione per cui ancora oggi questa commedia ci parla, è nell’idea, per nulla semplice o banale, che l’essere umano sia destinato a convivere con la tempesta, e che dopo ogni tempesta debba fare chiarezza dentro di sé».

Valentina Sierri, maggio 2019 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa