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Night Fever

Al Vitra Design Museum di WielamRehin, fino al 9 settembre è in programma Night Fever.

Una mostra sul mondo delle discoteche. “Era arrivato il tempo” dice uno dei curatori.

Erano gli anni 60, Usa e Urss si sfidavano nella corsa allo spazio  e i grandi progressi che furono fatti in pochi anni diedero l’illusione che a breve ci sarebbero stati grandi cambiamenti e in molti campi, da quello del cinema a quello della letteratura, ebbe grande risalto il filone fantascientifico.

In questo senso i grandi templi della musica da ballare che nacquero in quegli anni erano luoghi futuristici con luci stroboscopiche,  ambienti trasognanti che videro la nascita e l’evoluzione della musica disco ed elettronica.

Lo Studio 54 e l’Electric Circus a New York o lo Yellow Submarine a Monaco di Baviera divennero dei luoghi cult, sia per l’ecletticità delle persone che li frequentavano (uno su tutti Andy Wharol), che per il design che li contraddistingueva (allo Yellow Submarine c’era una vasca con degli squali).

Anche l’Italia ebbe i suoi templi della disco music. In un epoca dove i designer italiani erano ammirati anche all’estero per lavori avveniristici, fuori dalle grandi città nacquero luoghi come il Barbarella disco club ispirato alla cultura pop vicino a Sestriere o il Flash Back in provincia di Cuneo, ispirato al neoclassicismo e all’architettura monumentale.

Oggi purtroppo, nonostante il Salone del Mobile a Milano, l’epoca d’oro del design italiano è tramontata, e qui luoghi quasi surreali spariti. Le discoteche hanno assunto più una dimensione urbana e la scena notturna più florida la si può vivere nel nord Europa. Luoghi come il Berghain di Berlino o il Ministry of Sound di Londra sono le nuove cattedrali della musica da discoteca che sta sempre più assumendo anche la dimensione di festival in eventi come il Tomorrowland in Belgio o il Sonar a Barcellona.

Edoardo Colzani, marzo 2018 – © Mozzafiato

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