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“SIGNORÌ Ò VULITE FA N’AFFARE?”

“Messico e Nuvole” una divertente commedia al Martinitt fino al 14 maggio 2017

 

Un pubblico numeroso di spettatori, di cui più della metà giovani tra i 18 e i 30 anni, ha gremito il teatro Martinitt, alla prima di “Messico e Nuvole”.

Un merito di questo teatro che in poco tempo ha saputo conquistarsi la fidelizzazione di un grande numero di spettatori, specialmente fra i più giovanissimi, che di rado li vediamo in sale teatrali.

Questo, grazie non solo alle proposte del Martinitt, che stagione dopo stagione, sono sempre più allettanti, ricche e frizzanti,.

“Messico e Nuvole” è a tutti gli effetti una commedia, che garantisce circa due ore di consecutive risate a crepapelle, ma al suo interno cela una forte denuncia contro quel mondo corrotto che gira intorno a tutte le organizzazioni criminali che, purtroppo, ancora esistono ai giorni nostri specialmente nel Sud dello stivale.

E proprio su una delle città più belle della Campania s’incentra questa storia stravolgente, concepita da due autori di primo ordine: Gianni Clementi e Antonio Grosso (che lo vediamo nei panni dell’eccezionale Aitano).

Napoli, un anno dopo la caduta del Muro di Berlino, due giovani con un futuro incerto, si prestano da “corrieri” a spietati narcotrafficanti, trasportando all’interno del loro corpo ovuli di cocaina dal Messico a Napoli.

Sullo sfondo, tra il comico e l’azione, riecheggia quel simbolico coro, che negli stadi degli anni ’80 ha riempito le strade, i vicoli e l’intera area meridionale di azzurro, per la vittoria del suo secondo scudetto grazie al leggendario Maradona: “Maradona è meglio ‘e Pelè”.

Una ventata di emozione che fa rivivere ai fedeli presenti in sala, ricordi che un tifoso porta sempre con sé.

Calcio, mafia, ma anche amore, tradimenti ne arricchiscono la drammaturgia, che riesce ad affrontare argomenti delicati con una spensieratezza che solo alla fine esplode in un forte e del tutto inaspettato colpo di scena: la vera essenza dell’opera.

Una nota di merito agli attori, che recitano in un napoletano marcato ma non stretto, comprensibile a tutti, con una spontaneità di casa che rende la loro recitazione fluida e alla mano, fra tutti citiamo in particolar modo l’attore Ciro Esposito (che interpreta Guido il Narcotrafficante) che ha imparato la parte in soli 3 giorni.

 

Marianne Perez Lopez, aprile 2017 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa