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Una sconfitta per tutti noi

Non si dovrebbe morire a 15 anni.

Non si dovrebbe neanche andare in giro a fare una rapina con una pistola finta, a 15 anni.

Eppure a Napoli succede. E succede che ti trovi dall’altra parte un ragazzo di 23 anni, carabiniere, che anch’esso ha una pistola, però vera, e ti spara.

E’ una brutta storia. Di scugnizzi e di malavita all’epoca del coronavirus.

Di parenti ed amici della vittima che scioccati ed irati per quanto accaduto, mettono a soqquadro il pronto soccorso di un ospedale e più tardi sparano davanti alla questura dove stanno interrogando il diciassettenne anche lui coinvolto nella rapina.

Ci sono il padre e la zia della vittima, che in televisione lo giustificano, perché a Napoli è così che funziona, chiedendo giustizia per la sua morte ingiusta.

C’è il popolo del web che assolve in toto il carabiniere, perché chi va a fare una rapina deve anche mettere in conto la possibilità di poter morire, ed accusa i parenti della vittima incapaci di educare il proprio figlio.

Poi ci sono tutti gli altri, che si chiedono come mai possano succedere ancora queste tragedie in Italia. Come mai si possano legittimare certi atti, e dire che a Napoli in fondo andare in giro a rapinare non è un reato così grave. E come mai, soprattutto si debba sempre creare quel gioco politico dove ci si schiera dalla parte di qualcuno invece che capire come sono andati i fatti, sprecando meno parole e mettendo in campo più forze possibili per migliorare il marcio che ancora c’è sotto.

E’ una sconfitta. Per tutti noi.

Edoardo Colzani, marzo 2020 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa