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Ho sognato ancora

Ancora 2050, o prima.
È stato esteso il diritto voto ai cani (ma per ora inspiegabilmente non ai gatti, né agli altri animali domestici), voto che viene esercitato in via delegata dal loro padrone (pardon, ormai si deve obbligatoriamente dire tutore, pena sanzioni severissime). C’è chi ne compra (pardon, si deve dire adotta) interi branchi, non si capisce se per aggirare per sé il divieto costituzionale (ancora vigente) di voto plurimo o per votare effettivamente nel loro interesse.
Lo sforzo comunque è vano: le elezioni ancora formalmente esistono, ma con pretesti vari vengono sempre procrastinate, maneggiate, aggiustate da accordi più o meno segreti fra i ‘partiti’ o direttamente dall’Autorità Globale. Quando si tengono poi, se per caso portano ad un esito non gradito allo Stato Globale, vengono vanificate da ribaltoni organizzati dal Consiglio Supremo Globale, variamente spacciati per necessità/opportunità socio-politico-economiche.
Esiste solo il trasporto pubblico, peraltro a guida automatica, essendo stato quasi eliminato il traffico automobilistico, non di diritto ma di fatto: non si può guidare non solo dopo aver bevuto da meno di cinque giorni, ma neppure prima (pericolo di ansia da astinenza), come pure dopo aver mangiato (possibile sonnolenza) o prima (eventuale concitazione da fame), prima o dopo aver fumato (motivazioni analoghe), durante una qualsiasi malattia-raffreddore compreso: uno starnuto implica mezzo secondo di assenza percettiva-, ascoltando la radio, parlando con i passeggeri e persino pensando a tutto ciò che non sia la guida stessa. A tal proposito sono obbligatoriamente installati a bordo delle auto dei polizieschi ed efficientissimi rilevatori, anche di pensieri, che arrestano immediatamente il veicolo, e nei casi più gravi (fra i quali pensare all’amore..distrazione massima) pure il suo conducente.
Guidano solo i piloti automatici robotizzati; o quelle pochissime e sinistre persone che han finito per assomigliarvi. Anche costoro però, dovendo rispettare pure gli ormai pressoché infiniti obblighi e divieti, sono costretti a tempi di percorrenza quintuplicati, tali da rendere enormemente più veloci gli spostamenti ciclistici o persino pedonali. Chi deve trasportare in privato dei colli ha riscoperto il carretto a mano dei bisnonni.
Sono azzerate le lesioni da incidenti colposi veicolari e centuplicate quelle da incidenti ciclistici, e persino pedonali; ma per queste due tipologie le sanzioni-per ora, sull’onda dell’ossessione ecologista e salutista, che però chissà perché tollera gli inquinantissimi e rumorosissimi furgoni e motocicli-non esistono, mentre per le lesioni provocate con un veicolo sono triple rispetto alle stesse-e pure se di origine dolosa-provocate con qualsiasi altro mezzo; o anche senza (poiché classificati come reati giustificati con il disagio sociale, o almeno mentale).
L’industria automobilistica si è quasi interamente riconvertita in ciclistica, facendo aumentare la disoccupazione del 15%.
Le città sono sporchissime. Soprattutto nelle strade molto periferiche (stranamente non ancora dotate di telecamere di sorveglianza) o in quelle molto centrali (la gran folla garantisce ancora un po’ di anonimato, nonostante i sistemi di identificazione sempre più invasivi).
 Infatti sono stati via via ridotti e poi eliminati del tutto i cestini, troppo laboriosi da svuotare e soprattutto incompatibili con l’ossessione della separazione di ogni rifiuto, che deve essere smaltito obbligatoriamente a domicilio poiché solo lì può essere messo nell’apposito contenitore specifico (ogni abitazione deve averne venti diversi) e perché solo lì si può essere identificati con facilità. Le sanzioni per gli errori sono pesantissime e la pratica è onestamente faticosa; così, appena si può essere non visti, si getta tutto il possibile per strada.
I bei tempi in cui si raccoglievano separatamente solo la carta, la plastica e il vetro sono lontani; allora era facile e pure divertente essere diligenti e corretti, i cestini per rifiuti generici erano abbondanti e le città-almeno quelle civili-erano enormemente più pulite.
Poi mi sono svegliato, ed ho rimpianto il mondo così imperfetto e insicuro com’era quando era governato solo dall’etica e dal buon senso.
Ho paura ad addormentarmi, per timore di sognare (qualcosa) di nuovo.

Il Conte, aprile 2016   © Mozzafiato

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