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OBSOLETO SARÀ LEI!

Rinnovare o riparare?

L’obsolescenza programmata non basta più.
Quella genialata per i produttori (e perfidia per i consumatori) per cui gli apparecchi meccanici ed elettronici da cui siamo circondati (e pure dipendenti) si devono inevitabilmente guastare ad un momento prefissato, guarda caso subito dopo lo scadere della garanzia, non è più sufficiente per trainare le vendite, per alimentare il consumismo, dal quale si vorrebbe far discendere lo sviluppo.
Bisogna far cambiare tutti i beni a tutti. Quindi cambiare la tipologia di tutti i beni.
Dopo aver convinto tutti che è normale che un oggetto si rompa dopo due anni perché in fondo lo si è pagato poco e ve ne è uno nuovo, migliore, invitante con cui sostiruirlo, che in proporzione costa ancor meno, quasi meno della riparazione, peraltro spesso resa artificiosamente impossibile (non sia mai che vi sia ancora qualcuno che si affezioni alle cose e ai loro riparatori), bisogna convincere che è proprio quel tipo di bene che non si possa più usare, nuovo o vecchio che sia. Che sia una immoralità, quasi un delitto continuare ad usarlo. Che sia necessario sostituirlo con uno più adatto ai tempi. 
  E, come ormai si fa in molti campi, quando non basta la convinzione ecco che si vara qualche norma ad hoc. Le auto elettriche e gli appartamenti efficienti bastino come esempi.
Non è  facile. Ci vuole un pretesto, deve aver pensato qualcuno.
Cosa di meglio di inventare, promuovere, invocare, sbandierare, esigere, pretendere la ‘sostenibilità’ e alimentare la retorica ‘green’, che fanno tanto chic? Parole talmente abusate che ormai dà persino fastidio sentire o leggere.
E i creduloni credono. E obbediscono. Come ormai si è ampiamente capito in molti campi. Il
problema è che come sempre sono tanti,troppi e quindi impongono il loro pensiero condizionato a tutti, come in ogni campo.
Ma ogni forzatura porta alla propria nemesi. 
Usando esattamente le medesime categorie di giudizio, cosa c’è di più sostenibile e green che conservare i beni che già ci sono senza produrne di nuovi inquinando e consumando risorse? Contrordine compagni: quanto è bello riusare, riparare, riciclare, restaurare!
Chissà se mai si troverà un equilibrio fra le due opposte religioni probabilmente intrise, appunto, più di elementi fideistici che di logiche razionali.
Anche qui la saggezza verrebbe dal passato: si ripara per un po’, finché si può/si vuole, poi si sostituisce, se si può/si vuole. Senza vincoli,leggi,imposizioni. Con buona pace delle grandi speculazioni industriali e delle crociate ideologiche. Ma, chissà com’è, ho il sentore che la si voglia impedire.

Il Conte, febbraio 2024  – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa