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DONALD TRUMP: “WHAT YOU SEE IS WHAT YOU GET”

Da quello che ormai ci sembra il lontano 8 novembre 2016, da quando Donald Trump è stato eletto come presidente degli Stati Uniti d’America, di acqua sotto i ponti ne è passata, combinando e scombinando lo scenario politico americano, dandosi in pasto volontariamente ai media che di lui ne hanno parlato tutt’altro che bene.

Da poco si è concluso il suo primo viaggio all’estero in veste ufficiale: dal 19 al 27 maggio, infatti, l’abbiamo visto alle prese con un fitto itinerario che lo ha portato prima in Arabia saudita (Riad), poi a Gerusalemme, a Bruxelles; dove ha incontrato i membri dell’UE e della NATO, a Roma dove è avvenuto il memorabile incontro con Papa Francesco e a Taormina per l’incontro con il G7 (principali potenze mondiali: Canada, Germania, Giappone, Stati Uniti, Italia, Inghilterra e Francia).

Ovunque si rechi il presidente a stelle e strisce sembra non poter fare a meno di collezionare critiche: a Roma accompagnato dalla moglie Melania e dalla figlia Ivanka (con un dress-code total black in perfetto stile famiglia Adams), hanno incontrato Papa Francesco, per la prima volta dal vivo, dopo mesi di frecciatine, dibattiti e dure dichiarazioni da parte di Trump verso il Papa argentino, il quale a sua volta non è riuscito a dissimulare la sua scontentezza, mantenendo una linea seria, senza cadere in ipocriti sorrisi e smancerie da immagine di copertina, come invece abbiamo visto fare al presidente americano.

Ma la cosa più importante è quanto emerso dal G7, una massacrante riunione durata ben due giorni in cui i 7 leader hanno firmato un accordo, toccando le principali problematiche che attualmente ci colpiscono maggiormente, come ad esempio la migrazione, sulla quale Trump si è schierato per una linea dura e individuale: aiutare soltanto chi ne ha veramente bisogno, ma ponendo maggiori controlli alle frontiere e attuare duri meccanismi di rimpatrio gestiti individualmente in base alla necessità di ciascun governo.

Non potevano non affrontare il tema del terrorismo, tasto dolente e latente, specialmente a seguito del recente attentato che ha colpito l’Inghilterra, strappando la vita di 22 adolescenti e bambini, durante un concerto. Su questo argomento, se non altro, tutti i 7 leader si sono trovati d’accordo: creare una forte alleanza tra di loro, essere uniti per sconfiggere il nemico, attuare maggiori controlli specialmente sul web (la maggior parte degli attacchi terroristici ormai viene organizzata e alimentata tramite l’uso di internet).

Per quanto riguarda il clima, invece, non c’è stato molto da fare per convincere Trump, il quale non si è mostrato favorevole a seguire l’accordo di Parigi sulla lotta al riscaldamento globale, lasciando un punto interrogativo sul da farsi, ma la risposta sembra che la conosciamo tutti, già in passato D.Trump aveva espresso la sua idea di come non esista alcun tipo di riscaldamento climatico, quel concetto, per lui, è solo una strategia messa in atto dai cinesi per rendere non competitiva l’industria americana, un complotto; dunque secondo questo “ragionamento”, che coinvolge le teste del 97,1 % degli scienziati di tutto mondo che sostengono quanto questo problema esista e continui a peggiorare a causa dell’uomo. Un altro obbiettivo positivo del G7, è stato verso l’attenzione all’uguaglianza di genere, l’impegno per combattere e distruggere la discriminazione e la violenza contro le donne.

«Difficile, o piuttosto molto insoddisfacente», ha dichiarato la cancelliera tedesca Merkel, tra lei e Trump, infatti, la tensione bucava lo schermo, e tra “cattive” dichiarazioni e silenzio stampa, la loro relazione diplomatica sembra non essere andata a lieto fine.

Trump, in questo viaggio, si è comportato esattamente così com’è la sua linea politica: mostrandosi di bella facciata, aperto e sorridente per dare un’immagine perfetta di se, ma al contempo ha attuato un percorso distaccato, chiuso e solitario, che fa pensare a quanto, per lui, conti solo ed esclusivamente gli Stati Uniti d’America, e ciò che giovi gli americani, niente di più.

La Merkel ha infatti sottolineato che non c’è da fidarsi degli USA: in questo, se non altro, sembra averci visto con lungimiranza.

Marianne Perez Lopez, maggio 2017 – © Mozzafiato

 

 

Ufficio Stampa