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IL DIRITTO DI VEDERE OLTRE

Si è Concluso pochi giorni fa il primo congresso virtuale tenuto dalla Società Oftalmologica Italiana SOI, su piattaforma Treccani, con una sessione di chirurgia in diretta, che ha dato la possibilità a medici oculisti di tutto il mondo di partecipare al ricco programma durato tre giorni.

Per far fronte all’emergenza sanitaria che, da tre mesi, ha colpito il nostro paese è stato presentato il Manifesto del Cambiamento, che la SOI ha inviato al governo con dettagliate indicazioni su come superare la crisi della cecità che ogni anno si aggrava ‒ due milioni di persone combattono ogni giorno la riduzione della vista ‒ per la mancanza di fondi a sostegno dell’oculistica.

L’obiettivo principale è portare il numero delle visite oculistiche e degli interventi chirurgici al pre covid19, per farlo occorrono strumenti concreti per diffondere le nuove tecnologie, investimenti in Centri Oftalmici esterni ai grandi ospedali, un arruolamento aggiuntivo di 1000 medici oculisti e un database specifico per l’oftalmologia.

«Con un investimento di 100 milioni all’anno sarà possibile superare la criticità che ha colpito centinaia di migliaia pazienti affetti da maculopatia legata all’età, oggi la principale causa di perdita della vista in Italia», spiega Matteo Piovella Presidente SOI.

Bisogna coinvolgere le università italiane per poter soddisfare la crescita della domanda, attualmente nel Sistema Sanitario Nazionale lavorano solo 1500 (dei 7 mila medici oculisti italiani), sostenendo un carico di lavoro eccessivo e con forti limitazioni qualitative sulle cure necessarie a tutti.

La vista dev’essere considerata una priorità inderogabile, per garantire l’autosufficienza di pazienti avanti negli anni che non sempre dispongono di un adeguato sostegno in famiglia. Per questo c’è urgenza di Centri Oftalmici nei quartieri, vicini alle case dei cittadini.

Inoltre, occorre una raccolta e condivisione di dati che attualmente in Italia non esiste, necessaria per estendere l’assistenza qualitativa dei pazienti sia in termini di comunicazione che di aderenza alle terapie che non vengono rispettate da oltre la metà dei cittadini, rappresentando una delle cause maggiori di complicazioni.

Oltre a questi temi, durante il Congresso sono state diffuse le Linee Guida per proseguire l’attività ordinaria in oculistica, nonostante le limitazioni che la pandemia globale ha causato. Negli ultimi tre mesi, a causa del lockdown i pazienti non hanno avuto accesso alle visite programmate né si sono potuti recare al pronto soccorso per necessità. Il terrore del contagio, diffuso in modo massiccio dai media, ha portato a un ritardo di tre milioni e mezzo di visite oculistiche e 250 mila interventi in programma che non sono stati eseguiti.

Vi è quindi necessità di una riorganizzazione dell’attività assistenziale oculistica per la pandemia, ai fini di evitare di mischiare pazienti potenzialmente positivi con pazienti sani e poter in questo modo garantire le cure necessarie a tutti i cittadini nella massima tranquillità.

Marianne Perez Lopez, giugno 2020 – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa