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Mi diceva sempre
“parlami di qualcosa”
e tra tutte le cose che potevano venirmi in mente
riuscivo a tirare fuori solo il mio dolore.
Così me ne stavo in silenzio
a tratti mi sentivo stupida.
Lui mi guardava
e io non sapevo cosa dire.
E non era quel silenzio bello
ma quello che ti logora dentro.
Alla fine dicevo
“ti racconto una storia”
e iniziavo a brancolare parole
senza un senso logico
creando storie immaginarie.
Lui rideva
e io mi sentivo il cuore un po’ più caldo.
E quel sorriso
avrei voluto baciarlo,
ma sapevo che non si poteva.
Così distoglievo lo sguardo
e cercavo di pensare ad altro,
ma l’unica cosa che mi veniva in mente
erano le nostre labbra
che toccandosi
creavano storie più belle delle mie.
In ogni momento.

Sara Quieti, giugno 2020 – © Mozzafiato

 

 

Ufficio Stampa


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