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La politica del gambero: indietro tutta

 ECONOMIA DEL MALESSERE

No, non è un errore; l’abbondante dottrina e letteratura esistente da molti decenni sull’Economia del Benessere sembra ormai anacronistica e fuori luogo.

Buona parte delle scelte di politica economica, industriale e fiscale sono orientate a favorire de facto stagnazione e recessione (*),  che adesso si è deciso di chiamare decrescita, per renderle più accettabili ad una generazione che non le ha quasi mai conosciute e che si è illusa/è stata convinta che il rallentamento (magari solo proprio, magari pure a favore degli altri svantaggiati, magari anche lontani lontani) sia cosa buona e giusta e soprattutto fonte di benessere. Come se invece lo sviluppo, l’abbondanza, fin l’opulenza fossero cose deprecabili...pare una sorta di economia della mestizia e della frugalità assurta a cosa santa e salvifica contro una della felicità e della ricchezza discesa a cosa diabolica e peccaminosa.
Per rincarare la dose, alla terribile parola decrescita si è aggiunto ‘felice’, come se avere (o anche solo usare, se proprio piace di più) forzatamente e non per scelta meno di quanto si ha (o si usa) fosse fonte di gioia!

‘Tutti vorrebbero il benessere, ma è difficile da perseguire’…dolosamente falso!
Intanto, come appena detto, al di là dei luoghi comuni e delle dichiarazioni di circostanza, non si è più affatto sicuri di quel ‘tutti’…forse molto pochi ormai.

Inoltre, ogni decisore politico/economico (e direi pure ogni studente universitario che non sia in malafede e che studi un minimo) sa benissimo che la ricetta sarebbe semplicissima, talmente semplice che non bisognerebbe fare quasi nulla, se non garantire un contesto di pace e buone relazioni internazionali, una cornice minima di certezza e sicurezza giuridica e sociale, una tassazione molto leggera e semplice, una burocrazia quasi inesistente, una assoluta libertà di intrapresa senza ostacoli,vincoli ecc. Guarda caso è tutto il contrario di quello che si fa ormai da decenni, almeno in Occidente.

Peccato che in questo modo sarebbe minimo pure il potere politico e amministrativo, nonché l’apparato statale, e con esso il numero di coloro che di ciò vivono. E non si è mai vista una casta che si autoriduce ruoli, poteri e conseguenti denari e privilegi. A questo serviva il Quinto Potere (cfr.), che però ormai è assente o dormiente.

Non si è convinti? Si vuole la controprova? Basti pensare ai Paesi che tempo fa definivamo Emergenti, i quali infatti sono emersi proprio grazie a tali ricette di minimo intervento. Ma ancor più facile, abbiamo l’esempio in casa: basti pensare agli anni ’50-’80, nei quali si viveva, quasi,in quel contesto e infatti c’è stata prosperità, cioè crescita e felicità, binomio inscindibile e non ribaltabile.

Il Conte, agosto 2023 – © Mozzafiato

*   non ci si illuda per le recenti fiammate espansive, peraltro solo sporadiche e locali:  non sono che un fisiologico rimbalzo che segue un lungo e consistente peggioramento di tutti gli indicatori economici.

 

 

Ufficio Stampa