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Sul litorale c’è chi è lucertola. Io sicuramente sono un pesce.

Sto nuotando. Molto. Un altro modo di sentire. Importante come camminare, leggere e scrivere e nella mia top five dei piaceri della vita. Nell’acqua capisco tutto. Mi chiedo come mai mamma sia nata al mare se non sa nuotare e io in città. A che le serve ?

Nuoto fino alla boa gialla e non oltre. A volte fino a quella arancione.

Con le bracciate disegno i 4 punti cardinali, con la rana prendo fiato.

Vedo i selfie che per fortuna non posso fare, perché sott’acqua a godermi il mare bandiera blu di questo tratto di costa marchigiana o perché a sedere su uno scoglio, dopo una lunga nuotata a stile, guardando il litorale dall’altra prospettiva, e tiro un sospiro di sollievo. La bagnante bianco latte si rilassa.

In acqua non c’è quasi nessuno, sebbene il mare calmo, i colori e il cielo limpido siano un invito irresistibile. Forse perché non si tocca appena superato il bagnasciuga. Una mattina eravamo in cinque, compreso un ragazzino e il nonno coi nipotini. Appena si alza il vento e il bagnino issa bandiera rossa è il momento più esaltante. Uno stupefacente. Le abbraccerei tutte quelle onde, simili ai triangolini increspati della grande onda di Hokusai.

Mi limito a fronteggiare una manciata di quelle spumose, non posso fare altro. Ma non sto fuori a guardarlo a distanza. È il mio modo di onorarlo. Anche crescendo l’approccio al mare è sempre lo stesso: tutto ruota intorno al bagno, al momento di passione unica in cui il corpo è racchiuso fra 3 elementi. Guardato a vista dal sole, come una sentinella che avverte e trafigge talvolta.

Sul litorale c’è chi è lucertola. Io sicuramente sono un pesce.

Lara Ferrari, agosto 2019 – © Mozzafiato

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