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Anno 2039 – Diario di una dissidente.

Prima ci tolsero la lingua. Non era più sfida, ma Challenge, non più squadra ma team…..i dialetti facevano cafone, in compenso anche i testi delle nostre leggi contenevano sempre più parole straniere.

Poi ci tolsero la religione. Non potevamo esibire il crocifisso perché avrebbe offeso le altre religioni, in compenso fiorivano teorie sincretiche strampalate. Non era giusto dichiararsi Cristiani, né  Ebrei o Musulmani.  Ci convinsero che era meglio essere atei o comunque non dire di credere in un Dio.

Poi ci dissero che certe idee erano troppo di destra, eravamo fascisti ma forse era meglio non essere troppo di sinistra: saremmo stati comunisti.

Poi distrussero il nostro sistema scolastico: il latino era inutile, gli esami ed i voti erano traumatici per gli studenti.

Dopo averci tolto tutto, senza identità alcuna, ci rendemmo conto che non eravamo più un popolo e che la parola Patria non aveva alcun senso.

Fu così che iniziò la terza guerra mondiale, non fu sparato un colpo, ma ci rubarono l’anima.

Adesso senza più libero pensiero, siamo schiavi di una dittatura senza volto.

Anno 2039 – Diario di una dissidente.

Arianna Versaci, luglio 2019 – © Mozzafiato

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