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SALVO

Ho sonno. La sveglia è suonata quando, anche il gallo, dorme beatamente.
Non oso guardarmi allo specchio. Mi vesto al buio. Esco.
Arrivo alla macchina.
Mi accorgo di non avere gli occhiali da vista.
Torno a casa. 
Cerco gli occhiali. Non li trovo.
Prendo quelli di riserva che mi fanno la faccia brutta brutta. Riesco di casa.
Arrivo alla macchina. Non ho le chiavi della macchina!
Aritorno a casa, smadonnando durante il tragitto e auto-insultandomi in tutte le lingue del mondo.
Prendo ‘ste cazzo de chiavi.
Ariritorno alla macchina. So’ già stanco!!!
Raggiungo il Tribunale.
Mi sento chiamare.
Mi volto ma non vedo alcun viso familiare e penso di essermi sbagliato.
“Michele… Michele”, mi sento chiamare nuovamente.
Il mio nome lo sta pronunciando una ragazza.
La guardo e penso: “oh santo iddio e chi cazz’è?!?!?”
Faccio il vago e inizio a parlarle e, mentre conversiamo, cerco disperatamente di rammentare chi diavolo sia. Il volto mi ricorda qualcosa. Un labile ricordo che, però, non mi suggerisce né il nome, né perché la conosca.
Lei continua a parlare ma non la ascolto perché sono concentrato nel cercare di capire: “ma tu, chi capperi sei?????”.
Nulla. Vuoto assoluto.
Penso, allora, che la soluzione migliore sia salutarla educatamente e prendere la via della fuga.
Poi il dramma.
“Ho cambiato il telefonino – mi dice – e non ho più il tuo numero ma se, ADESSO, mi fai uno squillo, ti registro nuovamente”.
IO DEVO FARE UNO SQUILLO A TE, ORA??????
Ma io non so chi cazzo tu sia!!!!!!
Panico. Sudorazione.
So che sto per fare una immane figura di cacca!
Come posso telefonarti?????
Ti prego, dimmi almeno l’iniziale del tuo nome e chiedo l’aiuto del pubblico.
Prendo il cellulare. Guardo l’orologio.
Oddio è tardissimo, le dico. Fingo fretta, ansia… faccio un passo indietro e, con il volto disperato le dico: scusami, sono in ritardissimo, ti mando un messaggio fra dieci minuti…
SALVO

Michele La Porta , aprile 2019 – © Mozzafiato

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