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LUGANO IN MOSTRA: HODLER, SEGANTINI, GIACOMETTI

Il Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano sede LAC Lugano Arte e Cultura presenta al pubblico: HODLER- SEGANTINI- GIACOMETTI Capolavori della Fondazione Gottfried Keller.

La mostra sarà disponibile fino al 28 luglio 2019 con un’apertura straordinaria domenica 31 marzo dalle 10:00 alle 18:00: per l’occasione l’esposizione sarà aperta al pubblico gratuitamente, iniziativa offerta da Credit Suisse in onore ad Alfred Escherfondatore della stessa nel 1856.

Al centro del percorso espositivo vi sono tre protagonisti assoluti: HodlerSegantini e Giacometti.

Ferdinand Hodler (1853-1918) ci lascia stupefatti davanti ad uno dei suoi più grandi capolavori: L’Eletto (1893/94) che offre una visione capace di trasportarci in un altro mondo. Vi si riconosce all’interno dell’opera le influenze di movimenti artistici come: la Seccessione Viennese, il Simbolismo e quei toni amari e riflessivi dell’Espressionismo Tedescopresente soprattutto in opere come “Sera sul Lago Lemano” (1895), una delle sue regioni preferite per i soggetti di paesaggio.

Di Giovanni Segantini (1858-1899) che ricordiamo come uno dei maggiori esponenti del Divisionismo simbolico, lo vediamo nel trittico: La Vita, La Natura e La Morte. Con queste tre imponenti ci presenta la vita in un paesaggio allegorico una Madre Natura la cui veste si fonde con le radici di un grande pino cembro: “La vita di tutte le cose che hanno la radice nella madre terra”, come leggiamo dal catalogo.

Spostandoci ne La Natura cogliamo un paesaggio in cui fa da protagonista la luce– che da sempre ha avuto un ruolo centrale nella sua produzione artistica- con un sole appena tramontato che ricade sul paesaggio di vita contadina. Per culminare la sua essenza in La Morte, caratterizzato da un freddo gioco cromatico, simbolo della fine, in un paesaggio innevato che spegne la vita, i frutti della natura seppelliti dalla neve azzurrognola.

Grazie alla sua tecnica divisionista, in cui i colori non vengono miscelati tra di loro ma affiancati, il trittico ci appare come una sorta di visione graffiante e materica dai molteplici significati allegorici.

Giovanni Giacometti (1868-1933), invece, con “Il Ponte al Sole” ci trasporta in una tavolozza dai toni lilla, violacei, rosei che, grazie all’influenza marcata di Segantini, vediamo ampie pennellate giustapposte che ci presentano una versione personale e ben diversa dal precedente. La carica espressiva del colore di cui si appropria è la sua caratteristica principale, come vediamo anche in “Fanciulli al Sole” in un mistico gioco di luci e ombre.

Il percorso espositivo si colora anche di tinte fiabesche, oniriche che avvolgono lo spettatore dentro ad un alone di mistero grazie ad opere come: Arnold Böcklin con L’Isola dei Morti -1880 in una perfetta fusione tra realismo pittorico e motivo fantastico-visionario; Johann Heinrich Füssli, che predilige soggetti immaginari o derivati dalla letteratura, come conWalpurgisnacht -1897 rappresenta, in una tavolozza cromatica onirica una scena di antica credenza, ripresa anche nel celebre poema drammatico Faust del 1808 scritto da Johann Wolfgang von Goethe, secondo la quale durante la notte tra i mesi di aprile e maggio, le streghe escono dai loro rifugi per danzare sul monte Brocken.

Questi sono solo alcuni degli oltre 30 artisti presenti in mostra che tra Cubismo, Espressionismo Tedesco e Smbolismo offrono al pubblico un articolato viaggio nell’arte tra Settecento ed Ottocento.

La mostra è completata da un ricco catalogo che si apre con il saggio di Franz Zelger sulla storia della Fondazione Gottfried Keller e della sua fondatrice Lydia Welti-Escher protagonista di un amore proibito che la portò al suicidio a soli 33 anni. In 216 pagine vengono riprese tutte le opere presenti nell’esposizione (e non solo), affiancate da una breve scheda di presentazione. Edizioni Casagrande.

Marianne Perez Lopez, marzo 2019 – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa