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Una figata

Il concerto è sempre stato un rituale di festa. E’ una delle cose più “fighe” della gioventù; poter andare ad ascoltare il proprio idolo musicale assieme ad amici che condividono la tua stessa passione.

Però a quanto sembra un ragazzo, ha voluto fare uno scherzo e lo scherzo si è trasformato in tragedia.

E’ stato usato uno spray al peperoncino, una di quelle armi che nascono con l’intento dell’autodifesa e che troppo spesso vengono poi utilizzate per offendere.

Abbiamo insegnato ai nostri figli che il mondo è pieno di pericoli e di lupi cattivi da cui difendersi, trasmettendo la paura per un qualcosa di intangibile.

Dovremmo insegnare che il primo vero pericolo siamo noi stessi e che solo imparando ad amare e rispettare noi stessi, sarà più facile rapportarsi con gli altri e riconoscere i veri segnali di pericoli.

Resta l’amarezza per quanto accaduto. Giovani vite spezzate e tante vite rovinate. Per quelli che sono rimasti, poter vivere la loro festa durante un concerto, non sarà più una cosa “figa”.

Edoardo Colzani, dicembre 2018 – © Mozzafiato

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Durante il periodo universitario per arrotondare la misera o assente paghetta dei miei genitori, eravamo in quattro, due sorelle e due fratelli e tutti con velleità universitarie, poi trasformatesi in realtà di lauree conseguite con il massimo dei voti, con l’unico stipendio paterno, andavo spesso a fare servizio d’ordine ai concerti.

Ho avuto il privilegio di assistere al primo concerto in Italia dei Depeche Mode, di Bruce Springsteen , di Sade Adu, mi ricordo sempre un’atmosfera gioiosa, una condivisone a squarciagola dei testi delle canzoni.

Non è che all’epoca fossimo indenni da vandali o da cretini che creavano delle difficoltà, ma sicuramente erano pochi e facilmente individuabili e in seguito neutralizzati.

Ho letto i testi delle canzoni di Sfera Ebbasta, ma anche dei suoi concorrenti Bello Figo, Ghali per finire con Fedez e J-Ax.

La domanda che mi sono posto e che condivido anche a voi, non è quella che gira oggi sui social su come si può portare un figlio di 12 anni ad ascoltare certi personaggi, la mia è più semplice e contemporaneamente provocatoria:

“Quale cultura musicale possiedono questi adolescenti?”

Non dico che dovrebbero conoscere Beethoven o Debussy, Billie Holiday o Miles Davis, Peter Gabriel o David Bowie, credo che anche solo ascoltando il nostrano Lucio Battisti potrebbe aiutarli a possedere un gusto musicale di spessore e a comprendere che i sopracitati personaggi, non sarebbero degni neanche di allacciargli le scarpe.

Baldassarre Aufiero, dicembre 2018 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa


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