Confessiamolo: i social ci piacciono tanto perché non solo offrono una platea sconfinata di interazioni virtuali, ma rendono anche sempre possibile il blocco, ovvero il potere di “bannare” chi, per qualsiasi motivo o a qualsiasi titolo, ci reca offesa o ci infastidisce.
Se la comunicazione è diritto e piacere di ciascuno, il sistema assicura e rende immediatamente operativi dei limiti che saremo noi stessi a darci.
E’ il massimo della libertà: nel nostro profilo possiamo fare entrare, anche a maglie larghe, chi conosciamo o in qualche modo lusinga la nostra vanità, salvo poi, se volgare, insistente, offensivo o “inutile peso” (legge ma non interagisce mai), metterlo fuori gioco con un click, defenestrarlo/a e non pensarci più.
Lussi, insomma, che nella vita reale quasi mai possiamo permetterci, con il vicino rumoroso, col collega schizzato o con la suocera invadente, ad esempio. Facebook e gli altri social ci donano una rosa e pure senza spine.
Perché lo spirito di sopportazione, che tanto fa crescere, la pazienza e una buona dose di umiltà sarà la vita vera ad insegnarle, a volte pure a caro prezzo.