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Magritte La Ligne de vie

Il 16 settembre al LAC di Lugano si apre un’esperienza nuova, che nasce da una conferenza del 1938 dove Magritte per la prima volta aveva rivelato al mondo i meccanismi della sua pittura.

Negli anni ’60 le sue opere erano già così tanto amate da avere un grande successo tra i suoi collezionisti. Oggi le vediamo riprodotte ovunque: cartoline, diari, magneti e gadget di ogni tipo, ed è impossibile non saper riconoscere i suoi colori, le sue immagini e la sua visione della vita.

Abbiamo la sensazione di conoscere Magritte profondamente, ma è come se qualcosa ancora ci sfuggisse.

Ed è per questo motivo che di fronte alla mostra “Magritte. La linea della vita” vi consiglio di rinnovare il vostro sguardo. Percorrete le sale con leggerezza e con un occhio quasi infantile. Solo così riuscirete a sentire la presenza dell’artista in ogni istante, che vi accompagnerà quasi tenendovi per mano mostrandovi deliziose chicche che per molto tempo sono rimaste celate in collezioni private.

In un confronto con il futurismo italiano e la metafisica, movimenti che lo influenzarono in età giovanile, emerge un Magritte nuovo che completa la visione che ci siamo fatti di lui in questi anni. Vi ritroverete immersi in immagini dall’ “effetto poetico sconvolgente”.

Magritte lo sapeva.

Sapeva che la sua opera sarebbe diventata grandiosa, come grandiosa è la selezione dei lavori scelti per noi sulle rive del lago di Lugano.

Silvia Carito, settembre 2018 – © Mozzafiato

 

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