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“Il rifiuto del dover essere”

Quante volte siamo stati costretti ad adattarci alla forma che la società ci ha dato?

Quante volte abbiamo dovuto rinunciare a un piccolo gesto di follia o di evasione solo perché andava contro l’idea che di noi avevano gli altri?

Ebbene, se riuscissimo a fuoriuscire da questa trappola, a rifiutare questo dover essere che ci soffoca, solo allora saremmo finalmente capaci di ritrovare noi stessi, di scoprire la libertà e la possibilità di essere non solo “uni” ma molteplici.

Pirandello ce ne parla ne “La carriola” o ne “Il fu Mattia Pascal” dove due uomini si rendono conto l’uno di essere schiavo della sua immagine esterna, l’altro di essere schiacciato dalle trappole del lavoro e della famiglia. Alla fine entrambi cercheranno di rifiutare questo dover essere come gli altri li vedono, ma quello del primo sarà solo uno sfogo momentaneo, quello dell’altro confluirà nell’errore di crearsi un’altra personalità, una nuova forma, ancora più falsa e opprimente di prima.

Al contrario, si possono prendere gli esempi di un Euripide o un Picasso che superando i canoni di una drammaturgia e di un’arte espressiva ormai stabiliti hanno trovato se stessi e mostrato al mondo la loro originalità e individualità.

Se infatti lo stesso Hegel sente il bisogno di creare un nuovo principio, chiamato “di contraddizione”, è proprio perché gli preme sottolineare l’importanza dell’essere la totalità, il movimento inarrestabile di ogni cosa, dato che ogni essenza viene vista niente meno che come l’insieme dei fenomeni, delle sue diverse manifestazioni.

Si pensi al famoso Dr Jekyll che per poter permettersi di rilasciare le sue passioni più profonde non è riuscito a fare a meno di degenerare nell’alter ego che egli stesso si è creato, Mr Hyde. Ed è proprio per non cadere in quest’errore, per non arrivare ad un punto di non ritorno che dovremmo imparare a rifiutare in tempo queste costrizioni, queste limitazioni della nostra molteplice unicità e far spiccare il volo alla nostra originalità, a tutti quei colori che portiamo dentro e che una semplice etichetta non potrà mai racchiudere né mostrare.

Noemi Scrofani, luglio 2018 – © Mozzafiato

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