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Dietro le quinte di “Dunkirk”

Se il film  di Nolan  ci porta, con la sua prestidigitazione temporale, nel cuore della gloriosa  sconfitta, “L’ora più buia” ci mostra in forme molto più tradizionali il  suo retroscena politico.

Si indaga sui vizi privati  e sulle pubbliche virtù di Sir Winston Churchill, sia spiando un pò dal buco della serratura, che mostrandolo  in prima linea nel calore del dibattito alla Camera dei Pari.

 Il film ha un impianto classico e si appoggia quasi totalmente sulla portentosa interpretazione  di Gary Oldman a cui sono necessarie circa 200 ore di seduta al trucco per entrare nel personaggio; il risultato da sì l’Oscar per il migliore attore protagonista, ma sicuramente lo si  paga  con evidenti perdite di ritmo ed una impaginazione delle sequenze che poteva essere migliore. Una maggiore asciuttezza avrebbe giovato all’insieme, ma tuttavia la recitazione di Oldman resta memorabile e insieme all’impianto scenografico fa perdonare i difetti della sceneggiatura.

Un elogio a Kristin Scott Thomas nel breve, ma efficace ruolo della moglie di Sir Winston e a Ben Mendelsohn,  somigliantissimo Re Giorgio VI.

Marco Ettore Massara, marzo 2018 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa