Home / LIFESTYLE / Il giuramento di Ippocrate / QUANDO LA VISTA NON PUÒ ESSERE UNA “SVISTA”

QUANDO LA VISTA NON PUÒ ESSERE UNA “SVISTA”

La Società oftalmologica Italiana (SOI), dal 29 novembre  al 2 dicembre 2017, presso l’Hotel Waldfort Astoria Cavalieri a Roma terrà il suo 97˚ Congresso Nazionale.

Attraverso numerosi eventi ed un ricco programma dedicato ai temi più importanti dell’oftalmologia medica e chirurgica, come: la cataratta; il glaucoma; lo strabismo; la chirurgia refrattiva; l’oftalmologia pediatrica; la neuroftalmologia; retina chirurgica.

Questo Congresso coinvolgerà un ingente numero di oculisti italiani, per dar modo, a loro, di avere un ampio aggiornamento professionale  anche sugli sviluppi tecnologici (specialmente in ambito chirurgico).

Questi nuovi progressi accrescono la qualità non solo del loro lavoro ma, soprattutto, la vita dei propri pazienti ottenendo risultati sempre più efficaci e tollerabili.

La vista, e la medicina in generale, è un bene comune primario, che DEVE essere al primo posto nella società come diritto vitale condivisibile a tutti.

Inoltre essa deve incrementare nella quotidianità i nuovi dispositivi volti a migliorare  la qualità della  vita di tutta la società civile, della quale i protagonisti siamo tutti noi.

Ma, come già sappiamo, lo Stato italiano, in termini di Sistema Nazionale Sanitario è alquanto precario sulla gestione dei fondi che andrebbero indirizzati prima nel settore della medicina e poi, in secondo piano, agli altri.

Purtroppo chi gestisce i fondi non vede il progresso medico come una priorità (e di conseguenza una spesa) necessaria ai fini collettivi della società.

In effetti su molteplici prestazioni in ambito oculistico, negli anni passati, vi sono stati dei gravi tagli ai finanziamenti sia per quanto riguarda le patologie gravi che i piccoli disturbi. Una vergogna per il nostro paese che ha tutte le carte in regola e le potenzialità per essere al primo posto su tanti settori, ma continua a restare bloccato in coda agli altri paesi della Comunità europea.

Come ci dice il Presidente della SOI  Matteo Piovella:  “Nella chirurgia della cataratta, così come nella chirurgia refrattiva, noi italiani siamo opinion leader a livello mondiale e i nostri centri sono ritenuti di riferimento per tutte le ricerche cliniche in questo campo. Eppure, questa competenza rimane quasi totalmente al di fuori del Sistema Nazionale Sanitario che, pur essendo responsabile tuttora del 95% delle prestazioni erogate ai cittadini, rischia la paralisi, perché la gestione non è competitiva rispetto agli strumenti di cui oggi disponiamo».

Basti pensare ai due grandi esempi che rappresentano le malattie principali alla base delle cure e della medicina oftalmologica: il glaucoma e la cataratta

Il glaucoma -disturbo dovuto all’eccessiva pressione intraoculare che colpisce oltre un milione di persone in Italia,ma solo la metà ne è a conoscenza di esserne affetto.

Finora era possibile curarlo attraverso un intervento che consisteva nel ricostruire chirurgicamente il canale di scarico dell’umor acqueo, oggi invece si dispone di una serie di nuovi dispositivi: piccoli tubicini in plastica o metallo (bypass), impiantabili nell’occhio, risolvendo così il disturbo con più sicurezza ed in un modo molto più efficace rispetto all’intervento di ricostruzione,  più invasivo.

Ma in Italia chi gestisce i fondi ha deciso, senza alcuna competenza in ambito medico, che questo progresso non vale la spesa necessaria.

Un altro esempio è la cataratta (progressiva perdita della trasparenza del cristallino nell’occhio, che comporta la perdita della vista), uno degli interventi chirurgici più praticati nel mondo ma, in Italia, il rimborso per l’intero intervento è inferiore al costo dei soli cristallini artificiali di ultima generazione.

Quindi questo porta a che negli ospedali pubblici è impossibile essere operati con le nuove tecnologie, come il laser a femotosecondi, che garantisce un’estrema riduzione delle complicanze ed una maggior precisione.

La chirurgia in Italia è rimborsata 700 euro mentre in Germania 3000 euro, un esempio che ci fa capire quanto il nostro paese sia indietro, in termini di qualità e materiali che garantiscono e rappresentano un bisogno vitale primario.

Questo, la  SOI lo sa, e continuerà nella sua lotta, per fare pressione in tutte quelle sedi opportune affinché le cure oculistiche più adeguate ed aggiornate siano disponibili per tutti i cittadini, garantendo rimborsi idonei per tutte le patologie oculistiche, perché, come ha dichiarato lo stesso Piovella: 

«La medicina non può essere paragonata alle svendite di fine stagione dei capi di abbigliamento […] si gioca con la vita e la salute degli essere umani».

Marianne Perez Lopez, novembre 2017 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa