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GIANFRANCO FERRÉ: IL COSTRUTTORE D’INCANTI.

Sembrano trascorsi decenni da quando la prorompente Marilyn Monroe cantava il suo celebre ritornello: “i diamanti sono i migliori amici delle donne”. Eppure questa frase non è mai passata di moda, così come non è mai passato di moda l’eterno binomio donna/gioiello. Vi è stato un uomo; rivoluzionario nel campo del Design, capace di far diventare i gioielli i migliori amici delle donne: Gianfranco Ferré.

A lui, infatti, dal 12 ottobre 2017 sarà dedicata una stupefacente mostra (per la quale hanno impiegato un anno e mezzo di lavoro per la progettazione e realizzazione) in anteprima mondiale a Torino, degna del suo nome: “Sotto Un’Altra Luce- Gioielli e Ornamenti”. L’esposizione sarà presentata presso il suntuoso Salone delle Feste di Palazzo Madama e si propone di mettere in luce; o sotto un’altra luce, la sua passione per la materia, per questi monili ornamentali che rappresentano la donna del suo tempo e del tempo avvenire. Circa 200 gioielli/ornamento tra cui: spille, collane, anelli, cinture, bracciali ecc.

Franco Raggi- Ideatore del Progetto: «G. Ferré aveva una tendenza all’eccesso, non si fermava mai alla prima idea, ma arricchiva di dettagli questi gioielli che sono come dei piccoli mondi, che uno può esplorare quasi con la lente, infatti nella mostra saranno presenti delle piccole lenti per entrare dentro, nella microscopia di questi oggetti.»

L’intero allestimento è stato pensato e creato in materie “povere”, come la ruggine (che a G. Ferré tanto piaceva), vero e proprio punto di forza dell’esposizione, in quanto capace di focalizzare maggiormente il netto contrasto tra: lo splendore opulento e sfarzoso degli ornamenti e la brutta ruggine, che con il suo aspro sapore di antico ci fa pensare a qualcosa dal valore senza tempo, qualcosa che va oltre alla moda in sé: perché nonostante il trascorrere degli anni, questi gioielli rimangono pezzi di una rara bellezza dal gusto sempre attuale e innovativo.

Come ci dice Francesca Alfano Miglietti, Curatrice della Mostra: «Ferré non era uno stilista alla moda, infatti non è un caso che una delle Maison più importanti del mondo che è Christian Dior, abbia scelto Ferré (nel 1989 assunse la direzione artistica della nota casa francese). È stato scelto proprio per questa sua capacità di essere fuori dal tempo e forse anche per questa abbondanza, fuori dallo spazio.»

Gli ornamenti visibili nell’esposizione, sono realizzati nei più variegati materiali: cristalli Swarovski, legno, conchiglie levigate, cuoio, metalli smaltati, ferro, ceramiche, bronzo, pietre lucenti, rame, vetri di murano e altri, capaci di creare un contrasto tra il classico e il contemporaneo, tra il terreno e il mistico, magia e realtà.

Per il maestro dell’Haute Couture, non si poteva vestire un abito senza gioielli, l’uno era fondamentale per l’esaltazione della magnificenza dell’altro, per questo motivo, nella mostra, non potevano mancare anche gli abiti: ben 8 creazioni sartoriali, in alcuni dei quali è proprio il gioiello che costruisce l’abito.

Ferré è stato un uomo che ha imparato durante tutta la sua vita, non ha mai smesso di studiare. Architettura, Design, forme e colori strutturati ma che ricordano anche la sensualità dell’India, paese nel quale risedette per lunghi periodi e dal quale esportò quel sapore esotico presente in ogni sua creazione.

«Gianfranco Ferré, ci spiega Rita Airaghi- Direttore della Fondazione Gianfranco Ferré «ha capito immediatamente che l’unico modo di creare era quello di imparare anche a guardare, e guardare vuol dire proprio non colonizzare ma vedere nella cultura dell’altro qual è la luce, il senso della bellezza, io credo che la grande capacità di Ferré sia stata prevalentemente questa» .

La mostra sarà disponibile fino al 19 febbraio 2018

«Nel gioiello, un mondo. O meglio il mondo. Da sempre oggetto di incommensurabile valenza simbolica, per me concretizza un’infinità di riferimenti, di rimandi, di sguardi alle realtà più disparate, tanto reali quanto oniriche da cui traggo ispirazione. In ciò non sento la minima differenza tra “sognare” un abito o un gioiello. Perché è del tutto simile l’impulso a ritrovare stimoli e suggestioni in un orizzonte infinitamente eterogeneo, privo di confini temporali non meno che spaziali.»   (G.Ferré)

 

Marianne Perez Lopez, settembre 2017 – © Mozzafiato

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