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“LA SACRA CINTOLA: L’UNIONE TRA PASSATO E FUTURO”

Prato, con i suoi 192.838 abitanti non è solo la terza città più grande del centro-Italia, ma è da sempre definita come la città di Maria, del tessile e dell’arte. Ed è proprio qui, nel territorio pratese “laboratorio del futuro” che, dall’8 settembre 2017 al 14 gennaio 2018, presso il Museo di Palazzo Pretorio una suggestiva mostra religiosa: “Legati da una Cintola”– L’assunta di Bernardo Daddi e l’Identità di una Città- ha aperto i battenti ai molteplici visitatori che non si sono fatti sfuggire l’occasione di ammirare dal vivo una delle reliquie più importanti del territorio italiano.

In ben due piani di area espositiva, prende vita questo emozionante racconto per immagini, che descrive la storia della Sacra Cintola o Sacro Cingolo di Maria che, in soli 87 centimetri di finissima lana di capra; dal colore della speranza e degli smeraldi, broccata in filo d’oro, lega a sé secoli di storia, arte, politica e devozione, che rende questo cimelio orgoglio, simbolo religioso e civile della città di Prato. Secondo la tradizione, il mercante Michele Dagomari nel 1141 dalla Terrasanta, riportò la Santa reliquia come dono nuziale a Prato, (dono di san Tommaso ricevuta per mano della Madonna al momento dell’Assunzione) la quale venne consegnata dallo stesso Michele in punto di morte al proposto Uberto della Piave di Santo Stefano intorno al 1173, simbolo che allude all’unione tra l’essere umano e il divino, il cielo e la terra.

L’esposizione è ricca di opere raffiguranti lo straordinario mito della Cintola, tra cui la ricomposizione della Pala di Bernardo Daddi (erede di Giotto); uno dei più importanti pittori del Trecento italiano. Un vasto e nuovo percorso espositivo con più di 60 opere tra cui: dipinti, sculture, miniature, custodie, suppellettili, gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale e cintole profane del XIV secolo. A completare il percorso espositivo, i visitatori potranno entrare nella Cappella della Cintola (abitualmente chiusa al pubblico), nel Duomo di Prato ed ammirare lo stupefacente ciclo di affreschi di Agnolo Gaddi.

Una mostra aperta a tutti, credenti e non, in quanto simbolo di cultura e della tradizione italiana. In particolar modo, questa esposizione, è rivolta ai giovani, affinché possano conoscere la storia senza tempo di Prato, continuando così a far rivivere attraverso le future generazioni, le antiche radici che, da sempre, contraddistinguono il territorio italiano dal resto del mondo.

L’esposizione è promossa e realizzata dal Comune di Prato, in collaborazione con la Diocesi di Prato, a cura di Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli.

 

Marianne Perez Lopez, settembre 2017 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa