Se una volta c’erano I Promessi Sposi, oggi, ci sono I Promessi “Separati”.
La stagione del Martinitt chiude con una commedia d’eccezione, dai tratti ironici e nostalgici, dal linguaggio libero e fedele ai nostri tempi: “Separati”. Un’opera teatrale, divisa in due atti, che rispecchia fedelmente la società moderna, affrontando uno dei temi più attuali e preoccupanti del nostro paese: il mondo dei divorziati, dei separati.
Sottolineando l’aspetto psicologico soprattutto di chi viene lasciato, delle cosiddette “vittime del matrimonio”, da un punto di vista prettamente maschile.
Che i divorzi siano in crescente aumento, è un dato di fatto, L’ISTAT, ha registrato un aumento del +57% dei divorzi dal 2014 e del +2,7% delle separazioni.
Infatti, la commedia, scritta e diretta da Alessandro Capone, vede il protagonista Max (interpretato da Gianpiero Mancini), reduce da un divorzio, prosciugato non solo dalla nostalgia per i figli ma anche dagli assegni di mantenimento della moglie, nel disperato tentativo di reinventare una vita che di sicuro non aveva scelto.
Finisce così in uno scantinato pieno, non solo di polvere ma anche di fumo, in uno sfondo in stand-by, che ci suggerisce lo stato d’animo dei personaggi che a turno entrano ed escono dalla scena.
Gli scatoloni sono lì, ma non si vogliono aprire, i mobili non si vogliono montare, nulla vuole, in sostanza, assumere un aspetto reale, perché finché le cose rimangono in stand-by, tutto ci sembra più facile.
La storia di questo single s’intreccia a quella dell’inquilina dell’attico di sopra, l’avvenente Francesca (Emy Bergamo), dalla bellissima faccia da “zucchero di canna”, con la quale instaura subito il classico rapporto amore/odio, quel genere di rapporto adolescenziale, quel tira e molla che non si può mai dire né iniziato né finito, quello in cui tutti noi, almeno una volta nella vita, ne siamo rimasti scottati. Una “storia d’amore disperata” di due persone che hanno perso la speranza e la fiducia, soprattutto in se stessi.
Una commedia che ci fa ridere in modo compulsivo, ma che ci fa anche commuovere e soprattutto riflettere, perché in fondo siamo tutti un po’ Max e un po’ Francesca.
Il tutto condito con la solida presenza dei tre amici del protagonista, che tra consigli e “attacchi di cuore” prestano fedelmente il loro supporto morale e psicologico all’amico in difficoltà.
Il cocktail perfetto: un mix esplosivo, frizzante, nostalgico, dal finale commovente di un padre che diventa bambino davanti alla nostalgia per i propri piccoli.
Il Martinitt si riposa e chiude la sua stagione in grande stile lasciandoci l’indelebile ricordo di uno degli spettacoli in assoluto più riusciti.
Lo spettacolo sarà in scena fino al 4 giugno 2017.