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AVERE O NON AVERE

       AVERE O NON AVERE

     questo è il dilemma

 

Il dilemma fra essere e avere, se sia meglio l’uno o l’altro, ed il relativo trade-off, se l’uno sia sacrificabile all’altro e in che misura, pare superato, anacronistico; e forse pure pleonastico.
Si è già detto e intuito (cfr. La nuova ricchezza) che bisognerebbe avere il giusto e anche qualcosa in più, senza però per ottenerlo cadere nella malsana trappola della iperattività o dello stacanovismo.
Qui si vuole tuttavia evidenziare un’altra ancor più malsana trappola dei tempi moderni.
Non si può nobilmente o moralmente scegliere l’essere rinunciando all’avere o a buona parte di esso.
Oggi per essere bisogna avere; e avere prima di essere, peraltro, perché l’avere serve per essere.
Tradotto: si è disposti a considerare, apprezzare, premiare una persona per le sue virtù, capacità, preziosità solo se prima questa abbia dimostrato di avere, e non poco. Non tanto perché sia un requisito preliminare imposto, ma perché senza di esso non si riesce ad essere rispettati, a veicolare la propria valenza, ad accedere a relazioni utili e rilevanti, a farsi conoscere e valorizzare, e ci si deve accontentare di un lavoro misero, o se va male neppure quello, e di relazioni sociali modeste e marginali, o se va male neppure quelle.
Magari si pure disposti a preferire una persona autentica e migliore ad una falsa e peggiore, ma solo se ha (appunto) anche doti reddituali/patrimoniali. Altrimenti si preferisce il contrario. (1)
Si potrebbe riassumere dicendo che vince ancora l’essere, ma solo a parità di condizioni (cioè di avere/i).
Ancor peggio, non vale (più) il contrario: l’essere non serve (più) per l’avere, non ne è più la premessa, né il prerequisito; non ne è una condizione necessaria e-ancor meno e ancor peggio-non ne è una condizione sufficiente.
Anzi, ne è spesso un fattore ostativo/limitante: oggi le fortune e i successi si ottengono tanto più quanto meno si è, non solo corretti e morali, ma pure abili, competenti e talentuosi; se non in tutti i campi, quasi. Anche perché se uno si ritiene ed è meritevole e serio, difficilmente riesce a comportarsi in modo superficiale e frivolo come molti percorsi di arricchimento oggi esigono.

Il Conte, ottobre 2022 – © Mozzafiato

(1) Pare una ilarità ed una cosa secondaria, ma si pensi alla ricerca/scelta di un partner, soprattutto maschile, e si capisce subito il meccanismo.

Ufficio Stampa