Home / LIFESTYLE / Ti scrivo carissima Silvia…o Aisha

Ti scrivo carissima Silvia…o Aisha

Cara, carissima Silvia (in senso materiale e strettamente economico), ti scrivo ed entro a gamba tesa nella tua vicenda.

Sfidando i benpensanti mi arrogo il diritto di fare ipotesi sulla tua avventurosa vicenda, perché io sono tra quelli che (pagando le tasse) ti hanno racimolato i milioni di euro per il tuo ritorno a breve (forse)  termine in Italia.

Silvia sarò spietatamente sincera, secondo me tu sei la ragazza che, spensierata e laureata, ha pensato di andare in Africa per fare un’esperienza da documentare con tante foto e da raccontare alle amiche rimaste a casa.

Cara ragazza, non lo sapevi che anche in Italia siamo pieni di bambini bisognosi di sorrisi e di carezze e di chi  li possa aiutarli a fare i compiti. Bastava andare in parrocchia . Potevi servire i pasti caldi alla Caritas, ma forse i poveri nostrani non sono tanto fotogenici.

Guardami negli occhi, io non credo alla storia del bravo gruppo di rapitori che, fatalità, hanno dietro un Corano (in che lingua poi, dato che affermi di non conoscere l’arabo e che loro parlavano in dialetto) e tu, leggendolo comprendi improvvisamente che l’Islam è la tua religione. Cambiare religione o è frutto di studi e meditazione dolorosa e profonda, o è altro.

Cara Silvia, te lo dico da donna, secondo me ti sei innamorata di un bel ragazzo del luogo, il macho del villaggio che tra una passeggiata notturna ed una romantica alba,  ti avrà fatto credere di essere un eroe risorgimentale in versione africana.

Sono contenta di vederti felice con la tua famiglia. Ma voglio rivolgerti una domanda scomoda: la tua vera famiglia è quella di Milano o quella che ti attende di nuovo in Africa?

Silvia o Aisha o come cavolo ti vuoi chiamare, secondo te è giusto pagare milioni di euro che andranno a gente che non aiuterà i bimbi dei villaggi, ma con quei soldi compreranno armi che li uccideranno? Personalmente la faccenda mi disturba parecchio. Rispetto le altre religioni e culture, ma ti invito a considerare questa: hai mai pensato che grazie ad un certo falegname di duemila anni fa che si chiamava Gesù Cristo, le donne, tutte, hanno assunto dignità. Hai pensato alla portata rivoluzionaria di un Dio che è stato accompagnato fin sotto la croce da una donna dal passato atroce come Maddalena?

Ti saluto e ti auguro di tutto cuore tante belle cose. Apprezza la mia sincerità, le mie ipotesi sono i pensieri che tanti, anche quelli che ora ti leccano i piedi pro telecamera, formulano nei loro silenzi ipocriti.

Arianna Versaci, maggio 2020 – © Mozzafiato

 

https://www.youtube.com/watch?v=rVCo6S35go4&t=3s

Ufficio Stampa