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Una notizia secondaria, non per tutti.

Ieri notte a Napoli è morto un poliziotto di 37 anni, padre di 2 bambini: Pasquale Apicella.
Esclusi pochi casi, nessuno scrive nulla, nessuna poesia o preghiera per lui e i suoi familiari, una moglie giovane e due bambini che cresceranno senza il padre.
Un padre, che non era un eroe ma un UOMO, che è morto compiendo il suo dovere, per tutti noi.
Immagino, invece, una storia molto diversa se il poliziotto avesse sparato all’auto in fuga ammazzando un delinquente minorenne rom: migliaia di articoli, tanti “sociologi” da tastiera che avrebbero cercato di spiegare perché il “povero ragazzo” aveva preso una strada sbagliata, ecc ecc.
Invece no, un assordante silenzio.
Dopotutto è morto un poliziotto che prendeva uno stipendio per rischiare la vita, ha fatto solo il suo dovere.
Stranamente ci dimentichiamo sempre che dietro la divisa c’è un Uomo, i suoi familiari, persone che piangeranno.
La morte di un Uomo Onesto, di un servitore dello Stato, di una persona comune non fa rumore.
La colpa è di tutti noi persone oneste, che non siamo bravi a fare rumore, a non gridare il nostro sdegno.
Io non ci riesco, mi dispiace.
Prego per il suo collega in ospedale, e pregherò per la sua famiglia, sperando che lo Stato non li abbandoni.
Non ti conoscevo, ma non posso esimermi da scrivere:
Ciao Pasquale, ottimo poliziotto, grande Uomo!

Alberto Trifari, aprile 2020 –  © Mozzafiato

Ufficio Stampa