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En marche

LA DITTATURA DELLA RUOTA

 

La civiltà è nata con la ruota, la prima macchina della Storia. Non è questo però un buon motivo per usare più ruote possibili.
Siamo letteralmente invasi dalle ruote, soprattutto nelle città; e in più se ne abusa abbondantemente.
Si penserà subito alle auto e al traffico. Vero, è un aspetto del problema; ma recentemente molto meno assillante.
Si vuole invece qui parlare delle ruote non (o meno) convenzionali, ruote ‘minori’ potremmo dire.
In principio furono i motorini dei ragazzini, ricordate quando erano rumorosi, inquinanti e sfrecciavano dappertutto, anche in mezzo alla folla e sui marciapiedi? Ora questo fenomeno è molto meno preoccupante, poiché si è cominciato a controllarli e a considerarli dei veri e propri veicoli, come in effetti sono, con tutti i relativi obblighi e divieti.
Così molti irriducibili delle due ruote, pur di non averne quattro (o nessuna), hanno rispolverato le care vecchie biciclette, mezzi che sembravano ormai destinati ai ricordi o allo sport dei professionisti ed invece sono risorte come mezzo di spostamento quotidiano, seppur rivisitate in mille varianti, comprese stranezze a tre ruote! E queste hanno soppiantato quelli nell’indisciplina stradale, della quale si potrebbero fare innumerevoli esempi.
Da lì poi è stato tutto un fiorire di ruote d’ogni sorta: tavole a rotelle (due,quattro,tre; in linea o in asse; con manubrio o senza, poco importa);  monopattini, prima a spinta, come quelli dei bambini degli anni ’50, così, giusto per ammantarli di un’aura rétro e a impatto zero, che fa molto chic poi elettrici, apparentemente ecologici poiché senza emissioni.
Senza considerare però l’inquinamento della produzione e dello smaltimento delle batterie, nonché gli inquinantissimi numerosi furgoni quotidianamente impiegati per smistarli, ripararli, ricaricarli. Poi ruote elettriche singole, più consone agli equilibristi che agli impiegati che invece le usano. Non escludo che a breve vedremo pure i vecchi shettini (qualcuno se li ricorderà!) o i nuovi roller in versione elettrica.
Tutti questi mezzi impegnati in una sorta di gara di ‘anarchia di ruota’ a quale è usato più impropriamente e pericolosamente ovunque, compresi ovviamente i marciapiedi e pure gli spazi verdi. È una vera e propria invasione, tanto che in molte zone pedonali ormai i pedoni sono in netta minoranza; e, ancor peggio, di fatto non hanno più neppure la precedenza.
Questo è proprio l’aspetto meno comprensibile.
Perché nessuno voglia più andare semplicemente a piedi, quasi che fosse umiliante anziché gratificante, piacevole e pure salutare com’è, ma voglia sempre stare su almeno una ruota!
Non dimenticando peraltro che tutti questi mezzi sono costosi, scomodi, soggetti a cadute e a furti, inutili per portare più bagaglio di quello che si potrebbe portare a mano. Il risparmio di tempo di spostamento che consentono (quando lo consentono), considerando anche i momenti morti, gli ostacoli, i guasti ecc. ,è nella maggior parte dei casi trascurabile.
A questo punto non escludo il passaggio definitivo e conciliante, una fusione: l’impianto direttamente nei piedi di due (quattro, sei..) rotelle. La medicina bionica sicuramente lo consentirà; e non è detto che non lo stia già segretamente sperimentando.
Poi però si vorranno ruote più veloci, anche per i piccoli spostamenti urbani…e il problema sicuramente si riproporrà.

Il Conte, settembre 2019– © Mozzafiato

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