Mozzafiato Trattiene il fiato, ma non la notizia.
Non riesco più ad ascoltare storie di bambini uccisi. Vorrei essere io il mostro terminator di tutti gli orchi.
Non è ammissibile la violenza nei loro confronti e non lo è l’arbitrio di togliere loro ogni opportunità di futuro.
Perché sono i bambini il futuro.
Quando sento queste storie il mio mestiere diventa ancora più difficile perché lotto contro la voglia di dire davvero quello che provo e che penso, contro ogni buon senso, contro ogni logica politically correct.
Vorrei dire una buona volta quello che penso ed è solo l’etica verso me stessa e il mondo che me lo impedisce. Oltre al fatto che ci sono indagini in corso ed è proprio in questo filtro strettissimo che esiste fra il sentimento sincero e legittimo dell’indignazione e le colpe ancora da stabilire che si misura la professionalità di un giornalista.
Una professione complicata, che si scontra ogni volta con mille paletti e alla quale viene chiesto di dire la verità, di dare le notizie. Ma io sono una donna prima di fare la giornalista e nulla mi impedisce di pensare che per queste morti innocenti dei colpevoli esistono e ne dovranno rispondere.
Se penso poi a quante persone meravigliose e desiderose di bambini vorrebbero adottare e non ci riescono…
Mentre la legge mette al setaccio la vita di questi potenziali genitori il tempo passa, così come quello dei piccoli in case dove non scorre una goccia d’amore.
I bambini dovrebbero vivere con chi li ama.
I bambini dovrebbero vivere con chi li ama.
