“Quella sua paghetta fina”
Claudio Baglioni è musicista e cantautore nazional popolare, un cult la sua “Piccolo grande amore”, canzone cantata a squarciagola per decenni.
Ben prima di innamorarmi di qualcuno, mi innamorai delle sue canzoni, dai testi suggestivi e romantici, l’ideale per sognare quell’Amore Bello che ancora non conoscevo. Anni dopo, con la svolta artistica di Baglioni, arrivò la “Mille giorni di te e di me” ed il nuovo album che segnò una fase più matura dell’artista, alla ricerca di nuove sonorità, oltre ad un periodo più consapevole anche nella mia vita affettiva, divenuta piu’ concreta ed autentica.
E di quel Baglioni che in molti ci portiamo dentro, insieme alle frasi immortali dei suoi testi, poco si conosce o interessa della sua vita privata, bastano le canzoni senza tempo a parlare per lui. Mi chiedo se a sbagliare, in tutti questi anni, non sia stata io, ad idealizzare il personaggio, ad identificarlo quasi con i suoi testi, un po’ alla Prevert, salvo poi restarci malissimo vedendolo in foto recenti, con il volto pazientemente truccato ed i lineamenti alterati dal botox.
È di una settimana fa, ancora, l’ennesima doccia fredda, con la pubblicazione del cachet da capogiro che incasserà per la direzione artistica e co-conduzione del Festival di Sanremo. In tempi di crisi, la sua arcinota sensibilità stride ancora di più con l’esosità della richiesta economica, almeno in parte pagata col canone pubblico.
Non poteva il nostro Baglioni devolvere una parte dello stratosferico cachet in beneficienza? Con nobile slancio aiutare i meno fortunati? Mentre mi pongo queste domande, il nostro realizzerà un ottimo Sanremo, non ne dubito, ma in barba alla crisi, con grande coerenza soprattutto alla propria carta di credito.
Nodo al fazzoletto, per me: ricordarmi di non confondere l’artista con le sue canzoni, perché spesso sono due rette parallele.
Carmen Perricone, gennaio 2018 – © Mozzafiato
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