Clint Eastwood costruisce il suo “mondo perfetto”
Della vicenda a noi europei è nota principalmente la prima parte, ovvero l’ atterraggio sul fiume Hudson del volo US Airways 1549 pilotato dal comandante Sullenberger (Sully per gli amici). Meno noto è il fatto che il pilota, da tutti considerato un eroe, subì una severa inchiesta sul suo operato da parte del National Transportation Safety Board.
E proprio da qui parte il discorso del film; dal confronto tra l’atteggiamento inizialmente molto scettico se non ostile della commissione di inchiesta e l’inappuntabile comportamento dell’equipaggio e dei 115 passeggeri.
Effettuando efficaci salti temporali nel racconto della vicenda riprodotta con accurato realismo, Eastwood ci descrive l’accaduto come una somma di azioni ’perfette’: il pilota “atterra sull’Hudson” con una manovra da manuale non ancora scritto, l’evacuazione dell’aereo avviene con i toni del “prego, prima lei”, i soccorritori sono rapidissimi e non sbagliano un colpo e i pochi che cadono nel fiume (2° C) vengono recuperati senza alcun problema.
Appunto un ‘mondo perfetto’ contraltare di quello imperfetto raccontato nel film con Kevin Costner del 1993. E alla fine anche la micragnosa commissione d’inchiesta chiuderà il cerchio con un sacrosanto riconoscimento della validità delle azioni del pilota.
Eastwood in questo suo ultimo (?) film vuole appunto indicare che “un’altra America è possibile” perché al suo interno ha le potenzialità di tanti comandanti Sullemberger. Perfetta è ancora la scelta di Tom Hanks (reso estremamente simile con il trucco al vero Sully,anche se ancora una volta un po’ penalizzato dalla rigidità del doppiaggio italiano) che aggiunge un’altra figurina alla sua collezione di personaggi ‘Everyman’ alle prese con un compito più grande di lui.
Infine molto apprezzabili le immagini che accompagnano i titoli di coda: le riprese di un incontro del vero comandante con i veri passeggeri del volo che ne testimoniano l’abilità professionale e la grande dirittura morale.