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Un nostro vicino: Marte

 

Se guardate il cielo di notte in queste serate vedrete un puntino rossastro nella costellazione della Vergine, vicino ad una stella luminosa, Spica. Marte, il quarto pianeta per distanza dal Sole, dopo Mercurio, Venere e Terra. Il colore rossastro ispirò gli Antichi ad associarlo al sangue versato in battaglia, quindi al dio della guerra, Marte per i Romani, Ares per i Greci.

Potreste confonderlo perché guardando alla vostra sinistra potreste vedere un’altro puntino rossastro, che in questi mesi estivi rivaleggia con Marte: è il cuore dello Scorpione, la stella detta dagli Antichi Greci proprio Antares, l’antagonista di Marte. In mezzo tra i due Saturno.antare10

Confondere in cielo Antares con Marte è un peccato veniale: ad occhio nudo sembrano poco diversi, stesso colore rossastro. La differenza fisica è notevole: Marte è un pianeta, Antares una stella e che stella: se paragonassimo il diametro di Antares con quello del Sole rimarremmo stupefatti, Antares è una supergigante rossa con una massa 18 volte quella del Sole, ma la sua sfera ha un diametro quasi 850 volte più grande del Sole. E il Sole ha un diametro di quasi un milione e mezzo di chilometri. Antares è una delle stelle più grandi dei dintorni della nostra galassia. Ma come è possibile quindi scambiarla con Marte? per la distanza. Si trova ad una distanza spaventosa, la luce, che in un secondo e mezzo raggiungerebbe la Luna, per arrivare da Antares impiega 609 anni. Antares dista 609 anniluce da noi. Ovviamente Antares non è da sola: a circa 529 unità astronomiche (l’UA è la distanza Terra-Sole, circa 150 milioni di chilometri) le orbita attorno Antares B la stella compagna con cui forma un sistema binario. Pur a quella distanza il materiale eiettato da Antares riesce a raggiungerla offuscandone un po’ la brillantezza. Quasi 400 volte meno brillante di Antares, tuttavia Antares B possiede una luminosità 170 volte quella del Sole.

marte00Marte invece è un po’ più vicino a noi. Anzi in questo periodo verrà a trovarsi alla più piccola delle minime distanze da noi, a circa una trentina di milioni di chilometri dalla Terra. La sua distanza dal Sole è maggiore della nostra, circa 228 milioni di chilometri dal Sole. Inoltre è più piccolo della Terra, come diametro circa la metà di quello terrestre, come massa un decimo di quella terrestre. La taglia di Marte è interessante perché durante la formazione del Sistema Solare, avvenuta circa 4 miliardi e 700 milioni di anni fa, la Terra appena formatatasi, un pochino più piccola di adesso, si scontrò con un pianeta chiamato Theia che aveva circa la massa di Marte: da questo scontro catastrofico si venne a creare la Luna.Artists_concept_of_collision_at_HD_172555

L’orbita di Marte è molto eccentrica, tanto da rivelarsi differente da un’orbita circolare. Già Eudosso nel IV secolo prima dell’era volgare tentò invano di ridurla alla ragione dei suoi epicicli, ma la previsione dell’apparizione della stella errante Marte superava sempre l’apparire concreto. Vent’anni occorsero a Keplero per domarlo. Vent’anni di prove e riprove, calcoli lunghi e faticosi, con la lista delle osservazioni fatte da Tycho Brahe usata come stella polare: ogni deviazione dai valori osservati che il calcolo produceva Keplero la imputava alla non correttezza del modello epiciclico adottato, non alla inaccuratezza dell’osservazione e della sua registrazione.

le-leggi-di-keplero_b8f68527e7ab516da52a073a5194f264Finalmente nella lunga sequela di numeri calcolati Keplero rinviene e riconosce l’espressione di un’orbita ellittica, non circolare. Lo scarto dell’eccentricità dell’ellisse era piccolo: invece di zero era circa un decimo, 0.1; non appena Keplero cambiò, dopo due millenni e mezzo, il modello dell’orbita, da circolare a ellittica, Marte domato si presentava nel cielo puntuale ad ogni appuntamento, le previsioni erano al di sotto del minuto, una cosa fantasmagorica. Così Keplero scoprì la sua prima legge: i pianeti si muovono su orbite ellittiche attorno al Sole e il Sole occupa uno dei due fuochi dell’ellisse; se i due fuochi coincidessero l’ellisse diventerebbe una circonferenza.

Orleo Marinaro, luglio 2014 – Mozzafiato Copyright 

 

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