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Un caro saluto

Lorenzo concluse la sua e-mail scrivendo velocemente: “Un caro saluto”. Dopo l’invio si rese conto di aver scritto: “Un acro saluto.” Pensò subito di rimediare inviando una e-mail di correzione scherzando sulla fretta dei tempi moderni, che ti fanno anticipare anche le sillabe.
Tutto va troppo velocemente. Il mondo, la lettura, la digitazione sulla tastiera di un computer.
Basta pensò. Non invio nulla. Lascio così. Capirà. E poi è anche spiritoso come errore di battitura. Dopo circa un’ora ricevette una e-mail di risposta da parte di Daniele. Arrabbiato ed offeso.
Aveva capito che l’acro si riferisse all’acredine, all’asprezza, all’astio.
Quindi Daniele aveva confuso acro con acre.
Lorenzo immediatamente rispose cercando di spiegare meglio l’errore di battitura e ironizzando sul malinteso.
Ma Daniele continuò ad insistere che quella di Lorenzo non era un’inesattezza, ma bensì una vera e reale intenzione. E anzi alzò il tono della polemica scrivendo che l’acro lo poteva dire a suo fratello perché di origini contadine e che la sua agricoltura biologica la poteva vendere a qualcun’altro.
Bene, pensò Lorenzo, ho capito che l’acro saluto sarà la maniera con la quale concluderò qualsiasi conversazione. Sarà il mio filtro, il mio schermo e probabilmente la mia benedizione.

Baldassarre Aufiero, maggio 2016 – © Mozzafiato (Riproduzione riservata)

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