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La Pietà Rondanini – “Onde l’affettüosa fantasia”

Nella giornata successiva alla dipartita di Michelangelo Buonarroti, giunge un impiegato dal Tribunale di Roma per compiere un inventario delle cose rimaste nello studio e nella casa del grande artista scomparso.

Quindi questo ignoto impiegato civile di fronte alla Pietà Rondanini scrive:

“Uno Cristo, principiato e non finito e con una struttura sopra, tutte due attaccate insieme”

Questo anonimo impiegato degli uffici del Tribunale della città eterna, senza saperlo e senza volerlo, coglie la cifra stilistica e il nucleo poetico del messaggio della “deposizione ” di Michelangelo.

La Pietà Rondanini rappresenta la discesa di Cristo dalla croce, accolto nelle braccia della Madre.

Quindi appare il corpo del Cristo che ritorna nel corpo della Madre, che quasi se ne vuole riappropriare, assorbire dentro se stessa: una nuova maternità, un nuovo parto.

Nelle gambe del Cristo così  levigate e pure, si ritrova la mirabile bellezza e memoria della Pietà di San Pietro scolpita oltre cinquanta anni prima.

Contemporaneamente però il Cristo nella Pietà Rondanini sembra scomparire, in altre parole è una specie di auto cancellazione.

Michelangelo è giunto al punto, quello esclamativo della sua esistenza e del suo amore per l’Arte: cogliere l’essenziale, cancellando il superfluo. 

La grandezza di Michelangelo si disloca su vari temi artistici, trasversalmente dalle opere figurative ai versi poetici di questa meravigliosa lirica come quella qui sotto riportata.

“Onde l’affettüosa fantasia
che l’arte mi fece idol e monarca
conosco or ben com’era d’error carca
e quel c’a mal suo grado ogn’uom desia”

(Michelangelo Buonarroti)

 

Baldassarre Aufiero, gennaio 2024 –  @Mozzafiato

 

Ufficio Stampa