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“Cinici e spietati”

La connotazione non è mia, ma di un compagno di Liceo con il quale il 19° scudetto  ha aperto un nuovo flusso di comunicazione. Essa riassume perfettamente la lezione che la Beneamata ha finalmente imparato:

giocare un calcio essenziale e remunerativo con le squadre di media e bassa classifica, riservando il miglior gioco per quelle di alto ranking.

Come nei più famosi racconti epici non è mancato il ‘viaggio all’inferno”, ovvero quando arrivando ultimi del girone di qualificazione di “Champions League” ci siamo giocati in un solo botto la continuazione anche in “Europa League”. Ma, dato che “solo chi cade può risorgere” ecco che Mr Conte ha saputo capire quali erano i talenti migliori  dei giocatori, che qui provo a riassumere:

          Una difesa di ferro intorno ad un Handanovic che quando vuole conserva il guizzo decisivo se non ‘rotola’ (vedi Napoli-Inter) su un De Vrij sempre puntuale a volgere il lavoro oscuro del “di qui non si passa” salvo partecipare con una inzuccata vincente alle risse di calcio d’angolo. Skriniar è  una certezza nel suo fazzoletto di campo e si è trasformato in nuovo ponte verso l’attacco assorbendo il ruolo di D’Ambrosio, quest’ultimo perfetto nella nuova veste di  ‘usato sicuro’ .

          Una ventata di freschezza e velocità è stata portata da Hakimi, la prima delle belle sorprese dell’Inter, pronto ad evocare le incursioni di Jairiana memoria e capace di ottimi assist per i due ‘pezzi da 90’ dell’attacco, ovvero il mai domo Lautaro Martinez ed il fisico monster di Lukaku. Quest’ultimo a volte penalizzato dalla sua esuberanza fisica sul piano dell’agilità, ma ineguagliabile ed incontenibile per potenza e determinazione; Perisic non è più il mago del ‘doppio passo’ di una volta ma sa esserci sempre quando è necessario.

          E ‘last but not least’ un elogio a quel ‘ruminatore di palloni’ che è Brozovic al quale Mr.Conte ha disegnato in mezzo al campo lo spazio perfetto per le sue caratteristiche  ed ovazione finale per i nostri due encomiabili BA-BA’ ovvero Barella e Bastoni che hanno portato in campo genio, precisione, tenacia e generosità;  proprio quello che serve ad una squadra ‘cinica e spietata’.

Per chiudere non si possono non rilevare i probabilmente inevitabili eccessi nei festeggiamenti di domenica sera in Piazza Duomo. Forse sarebbe bastato un bel corteo con clakson e bandieroni in circonvallazione.

Ma poi, se venisse fuori che con lo scudetto gli interisti si sono naturalmente immunizzati ?

Marco Ettore Massara, maggio 2021 – © Mozzafiato

 

 

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