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“Cristo distratto”

Quando mi è apparsa questa foto in rete di  Romano Gentile, immediatamente, istintivamente e soprattutto chimicamente ho dato questo titolo allo scatto del fotografo sul set cinematografico di “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini.

Senza scendere in un’analisi critica di questo capolavoro della storia del cinema che a breve celebrerà 60 anni – in effetti mi perderei in meandri filosofici, storici ed evangelici troppo complessi da poter essere riassunti in poche righe – voglio pormi e porvi , cari lettori, una domanda provocatoria.

Gesù durante la Sua vita umana, si sarà distratto un attimo dalle “rotture di scatole” alle quali veniva quotidianamente sottoposto? Avrà vissuto dei momenti di pausa personale?

Non mi riferisco solo alle folle che richiedevano perennemente parole di conforto, ponevano domande importanti sull’esistenza, su quello che ci attende dopo e che soprattutto chiedevano grazie e miracoli.

Voglio sottolineare anche il rapporto con gli apostoli, sicuramente anche loro spesso confusi e in difficoltà molte volte a comprendere il Figlio dell’Uomo.

Enrique Irazoqui e Pier Paolo Pasolini ( Il Vangelo secondo Matteo – 1964)

Ecco, in questa foto dove Enrique Irazoqui – che interpretava Gesù Cristo – e il regista sono lontani e vicini contemporaneamente.

Dove Enrique Irazoqui volta il viso dall’altra parte, come a dire:

” Basta, facciamoci per un momento ognuno gli affari nostri”. Respiriamo, riposiamoci, distraiamoci. Camminando da soli, facendoci un pennichella oppure osservando un paesaggio.

Forse ci sono stati molteplici momenti simili tra il figlio di un semplice falegname e i suoi seguaci diretti: pescatori, muratori, contadini, etc.

Semplicemente perché erano esseri umani. Gesù si è fatto uomo per questo motivo: per vivere appieno la condizione umana, nelle sue sofferenze e nelle sue gioie.

Non si parla  mai nei Vangeli ufficiali del dolore che Gesù avrà vissuto alla morte di Giuseppe, pur se padre putativo. Sicuramente avrà pianto, sarà rimasto confuso e debole, avrà dovuto elaborare un lutto.

Che sia la distrazione la nostra vera salvezza? La distrazione come uscita positiva e fortificante della nostra vita, da una società moderna che ci vuole sempre presenti e connessi?

Matteo 6:34: 
“Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”.

Baldassarre Aufiero, ottobre 2022 –  @Mozzafiato

Foto di Romano Gentile 

 

 

Ufficio Stampa