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Il dover gradito

 AMORE E LIBERTÀ

L’amour est un oiseau rebelle
Que nul ne peut apprivoiser,
Et c’est bien en vain qu’on l’appelle,
S’il lui convient de refuser.

“L’amour est un oiseau rebelle” (Carmen – Atto 1°)

Amare è legarsi sentendosi liberi, unirsi sentendosi sciolti. Non può esserci assenza di legame; né un laccio soffocante. Il punto è trovare la misura ottimale del vincolo.

Il legame è gradevole quando il suo rispetto è più piacevole della sua violazione, quando è una gioiosa facoltà, non un triste obbligo. Come sempre, come per tutte le cose, è questione di libertà: l’onere è benvenuto e lieve e amico quando è una scelta; è insopportabile e vessatorio e nemico quando è un obbligo, anche solo sociale o convenzionale. La costrizione è il peggior killer dell’amore; e di molte altre cose.

D’altra parte, se manca il vincolo manca pure l’amore, con buona pace dei rapporti cosiddetti liberi; che poi quasi sempre sono liberi da una parte sola, guarda caso quella con maggior ‘potere di mercato’ relazionale. Si può discutere sul poliamor: se si riesce a mantenere con gusto più relazioni, con i relativi ambìti vincoli di cui sopra…evviva! Va da sé che per evidenti questioni oggettive di tempo/spazio/energie/risorse, ‘poli’ può al più voler dire qualche, non qualunque. Se tutto è amore niente è amore. Se niente è amore, in fondo si è piuttosto tristi.

Qual’è dunque la misura ottimale del vincolo? Ovviamente non esiste. Non esiste uguale per tutti, almeno. Dipende da quanto per ognuno è alto o basso il livello soglia fra il godimento e il turbamento dati il vincolo stesso.   Sicuramente paiono da scartare il livello nullo (la fugace meccanica dei corpi) e quello massimo (l’eterno matrimonio formale); salvo per persone particolarmente insofferenti o masochiste, rispettivamente.   Poi però c’è tutta l’ampia e variegata gamma delle forme intermedie, che vanno dall’amicizia, all’affetto, al fidanzamento; tutte nelle sfumature più o meno soft e nelle versioni dichiarate o no: l’importante è che lo siano a se stessi. Il parere, la consapevolezza, il giudizio degli altri sono meri accessori; il più delle volte del tutto superflui.

L’amore però poi finisce sempre. Ahimè quasi sempre da una parte sola; anche qui guarda caso quasi sempre da quella che ha maggiori/migliori alternative o pretese (il che lascia l’altra in grande affanno, ma questa è un’altra storia).La libertà così ritorna piena. E ci si accorge che è peggiore di quella autolimitata di prima.

AMORE È LIBERTÀ; piacevolmente condizionata.

Il Conte, giugno 2022 – © Mozzafiato 

Ufficio Stampa