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Fuoricorpo – Mostra personale di Barbara Cappello

Domanda: Da Artemisia a Barbara, le artiste sono relegate al ruolo di muse o sono liberamente protagoniste?

Risposta: Prende a prestito una artista, Artemisia, emblema della tenacia, forza nella fragilità e della emancipazione femminile, senza maschere, pura nel perseguire ciò che voleva e doveva raccontare. Da allora ad oggi, la società tenta di relegare, definire, classificare la donna nell’arte entro questi due confini: musa e protagonista. Liberamente rimane un avverbio ancora fuori tempo. Tuttavia perseverare sulla traccia della grande Artemisia, dovrebbe divenire una naturale e libera creatività.

Domanda: La materia è un peso o è uno strumento?

Risposta: Materia, per quanto riguarda il mio operato è uno strumento; dunque il corpo è quella materia che plasmo, partendo dagli scatti fotografici, nel declinarlo in ogni modo possibile.

Domanda: La trasformazione è un bisogno o una necessità ineluttabile?

Risposta: Trasformazione e metamorfosi sono gli eventi naturali a cui siamo costantemente vincolati. Opporsi o tentare di alternarne  gli elementi che costituiscono tale processo, significa andare contro natura, probabilmente generando sterilità finitura.

Domanda: La sua opera migliore e la sua fonte di ispirazione.

Risposta: Difficile rispondere a tale domanda, poiché ogni opera che creo ha fonti di ispirazione edifferenti; attingo spesso dalla letteratura, che successivamente illustro attraverso il corpo femminile o maschile. Forse mi sentirei di dire: “Dillo col Corpo Orfico”, opera composta da 87 tavole in cui illustro, manoscrivo e ricamo il testo completo di “Demetra e la fondazione dei Misteri”.

Domanda: La città che più rappresenta la sua arte?

Risposta: Con tono ironico mi viene in mente Atlantide… data la sua leggenda, pertanto città inesistente, o, comunque città ideale in cui forse le mie opere potrebbero trovare una speciale accoglienza.

Domanda: L’arte è un prodotto apprezzato solo da una élite culturale o può essere un nutrimento anche per gli animi più semplici?

Risposta: L’arte è troppo poco divulgata. Quasi oggi si tende a crearne un mordi e fuggi. E, per meglio dire, non si istruisce abbastanza nel comprendere, apprezzare, gioire, godere dell’arte. Certamente appartiene per la maggiore ad una élite, ma anche qui talvolta trova lacune, probabilmente create da un mercato e uno status che ne detta le regole.

Domanda: È felice?

Risposta: Se nell’attimo in cui tutto il lavoro, la ricerca, la creatività mi rimandano quella gioia o soddisfazione che in me genera una crescita interiore, mi sento di dire, si!

Intervista di Arianna Versaci a Barbara Cappello Venezia luglio 2021 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa