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Alberto Sordi, l’italiano estremo

Il 15 giugno 1920, 100 anni fa, nasceva una delle figure più rappresentative ed amate da tutti gli italiani, il grande Alberto Sordi.

Per mezzo secolo, prima alla radio, poi in teatro e in maniera magnifica al cinema, ha accompagnato l’evolversi della società con caratterizzazioni sempre puntuali di tutti i vari tipi umani della nostra Italia.

Ma quello di Sordi non è solo stato un puro sfoggio di poliedricità, bensì una costante osservazione delle singole caratteristiche degli italiani, esasperate con lo strumento del grottesco, e concretizzate in personaggi spesso repellenti.

Per questo non sembra opportuno, come sottolineato dal regista e suo amico Mario Monicelli, classificare Alberto Sordi come rappresentante dell’”italiano medio”, in quanto ha creato una galleria di personaggi dalle devianze estreme rispetto a un italiano normale, proprio per dar corpo in ognuna di queste caratterizzazioni a un comportamento ed a un modo di essere da criticare; con questa opera di osservazione aderente ai mutamenti sociali, Sordi viene ad assumere la figura dell’autore e non del semplice attore.

Un aspetto poco noto di Sordi è quello di compositore di alcune canzoni, icastiche e divertenti, in cui con le note dà vita ad altre figure di italiani spesso ciniche.

Oltre che capisaldi della commedia all’italiana, i film di Albertone sono un efficacissimo mezzo didattico con cui anche un giovanissimo può conoscere e capire agevolmente l’ultimo mezzo secolo della storia italiana.

Lorenzo Costanzini, giugno 2020 – © Mozzafiato

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Ho voluto allegare questo video di Alberto Sordi, proprio per significare, quanto affermato da Lorenzo. Sordi è stato un personaggio non solo poliedrico, ma trasversale a tutto quello che riguardava il mondo dello spettacolo e della comunicazione. Dalle interviste rilasciate, piene di ironia e saggezza, al sapersi divertire e far divertire in situazione anomale, come quella del video qui sotto. Un romano che amava profondamente la sua città, definendola:

“ Roma è il salotto del mondo, la città che tutto il pianeta ci invidia. Ho girato tutto il mondo. Ma non ho visto un posto più bello”.

Commovente ascoltare il suo racconto, quando da bambino, i genitori lo portarono a S.Pietro. Come un bimbo che prova la forza delle emozioni quando sale per la prima volta su una giostra.

Una Roma, ovviamente diversa da quella di oggi, con uno spirito e relazioni che appartenevano al DNA della nostra Capitale.

Mi vengono in mente tanti film, tante scene cinematografiche, dall’espressione di quando assiste alla morte del figlio in Un borghese piccolo piccolo” , a quando si faceva prendere dalle convulsioni epilettiche in Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”. Due momenti che confermano, caso mai ce ne fosse il bisogno, la bravura di uno degli attori più importanti del secolo passato.

Baldassarre Aufiero, giugno 2020 – © Mozzafiato

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