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Cyberbullismo

Ieri si è celebrata la giornata contro il cyberbullismo: i dati che vengono riportati sulla propensione al suicidio delle vittime di questo fenomeno in crescita, ci mostrano una realtà sconfortante e ci ricordano che le parole possono uccidere come un’arma.

E’ di questi giorni la tragica notizia di un vigile urbano che, dopo avere parcheggiato la sua automobile in un posto destinato ai disabili, nonostante le sue scuse e nonostante si fosse elevato addirittura una multa da solo, per sottolineare il suo pentimento, era stato bersagliato sui social da pesanti insulti e minacce di morte. Alla fine non ha retto e si è tolto la vita.

Ecco perché su Facebook non si devono usare parole che possono ferire, per nessun motivo.
Tutti noi abbiamo rispetto per i bambini, ma poi, quando questi sono adulti, si pensa che l’immunità che prima si riconosceva loro, non debba più valere. Eppure noi tutti siamo solo dei bambini cresciuti, che abbiamo bisogno, chi più, chi meno, dell’approvazione degli altri. A nessuno piace essere odiato.

Se proprio non ce la sentiamo di amare coloro che riteniamo – a torto o a ragione – nostri nemici, ignoriamoli, ma non odiamoli, perché in ognuno di noi resta sempre, nascosto, in un angolo, quel bambino che chiede solo amore.
Buonismo melenso? No, pura constatazione della realtà ed un suggerimento per vivere e far vivere meglio.

I saggi dicevano: “Se non hai nulla di buono da dire, allora è meglio tacere”.

Un buon consiglio da seguire.

Proviamoci, almeno.

Stefano Burbi, Compositore e Direttore d’Orchestra, febbraio 2020 – © Mozzafiato

 

Ufficio Stampa