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Feriali virtù

DESANTIFICA LE FESTE

Irriverenza? No: pragmatismo, utilità, praticità; ed efficienza.
Il riposo, lo svago, il periodo di vacanza, sono sacri. Ma perché mai doverli fare tutti nello stesso momento?
Le “feste comandate” han fatto il loro tempo ed è tempo che vengano relegate al passato, come si sta facendo finalmente per le ferie d’agosto. Chi avesse ancora qualche remora, osservi come sono ormai vive ed attraenti le città (non solo quelle d’arte) d’estate, tutt’altro che vuote; al massimo decurtate di quell’eccesso di presenze che le intasa negli altri periodi,  quindi ricondotte alle dimensioni umane e veicolari ottimali. Salutare effetto della  rotazione delle vacanze, come da sempre è stata prassi negli ordinati e civili (e piacevolissimi) Paesi nord/mitteleuropei.
Perché non fare anche la rotazione delle domeniche, del Natale, della Pasqua, dei “ponti”, delle ricorrenze e, perché no, delle notti? Che ognuno scelga quando fermarsi, riposare, dormire, divertirsi.
Dunque aboliamo le feste?
Sicuramente no; il rito e la tradizione vanno rispettati. È cosa buona e giusta perdersi nei pensieri che la domenica, il Natale, la notte ecc. stimolano; ma perché questi devono abbinarsi-a seconda della ‘gravità’ della festa-a folle che invadono oltre misura le zone pedonali (o viceversa al vuoto umano assoluto), dove peraltro trovano i negozi (semi)chiusi, alla difficoltà a trovare un bar aperto o un servizio funzionante, un supermarket o un fast food in attività? Per non dir degli uffici,pubblici e non, regolarmente chiusi, a seconda del peso della ricorrenza, una o almeno mezza giornata prima!
Almeno le “feste” fossero concentrate in uno o due periodi dell’anno
E’ appena finito quello supremo (un mese intero, dai primi di dicembre ai primi di gennaio,con ben quattro accumulazioni  di giorni festivi) che subito ne è in arrivo un altro, pure consistente: il Carnevale; poi Pasqua, i “ponti” primaverili che portano alla gran kermesse dell’estate, per giungere dunque ai “ponti” autunnali, prologo del nuovo inizio delle feste invernali.
Insomma, sembra che l’uomo non possa vivere di periodi “ordinari” per più di un mese di seguito! Ed abbia bisogno del pretesto della festa per essere indotto (e pure “obbligato”) a divertirsi!
Perché non si vuole goder dell’ordinario, della sorpresa di un giorno qualsiasi, di qualche bel lunedì mattina, di un qualunque mercoledì feriale, di un’anonima notte di metà novembre?

Il Conte, febbraio 2017 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa