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Milano; marittima?

 IL GIALLO DELLE PALME

Sarà che manca il mare con la sua brezza balsamica; sarà che il clima sta sì cambiando, ma è ancora ben lungi dall’essere tropicale; sarà che questo inverno è un po’ più freddo del precedente (il global warming in fondo è di qualche frazione di grado), chissà cosa sarà, ma le ormai famose palme di piazza Duomo a Milano dopo pochi giorni stanno già ingiallendo.

Vendetta del terriccio locale contro l’insulto esotico, in una sorta di rigetto botanico? Forse; forse più verosimilmente la terra predisposta è troppo poca e poco ricca per così tante piante.
Risoluzione naturale e vegetale della ormai famosa querelle tutta socio-politico-culturale palma sì, palma no?
Forse; forse solo acclimatamento mancato, o tardivo.
Madre Natura andrà fino in fondo rifiutando qui, vicino alle Alpi, queste innaturali ospiti, togliendo così d’impaccio amministratori e sponsors?
Sarebbe per costoro un buon pretesto per recedere dal tentativo risultato così divisivo, ma dubito che vogliano o possano ormai rinunciare al progetto, divenuto così pervasivo.
Continueranno piuttosto con cure intensive e grande impiego di agronomi fino all’accanimento terapeutico e si giungerà al compromesso: le pazienti non rigoglieranno ma sopravviveranno, se pur con un aspetto un po’ rachitico.
Lo sradicamento di un vivente dal suo habitat naturale, il trapianto in un ambiente diverso dove vigono altre abitudini di vita non è mai senza danno; in primis per l’espiantato.
Per verifica si provino-se mai qualcuno lo consentisse-a piantumare degli abeti montani nel centro di una città vicina al deserto.
La palma è già da molto presente a queste latitudini: in Riviera, nella cintura lacustre e persino in molte ville milanesi, si penserà; la palma è simbolo di pace, si dirà.
Tutto vero, ma abbinata agli specchi d’acqua ne esalta la leisure vocation, negli spazi privati è simbolo individuale di esoticofilia e fin di pretesa nobiltà. Altra cosa è la massiccia esibizione in mezzo a palazzi d’altro contesto, nel tempio della frenesia ed in luogo pubblico; per di più in fondo con un intento quasi provocatorio a fini di visibilità commerciale. Quanto alla pace, confidiamo; anche se per ora prevale la discordia.
E l’estetica? Mah, in fondo forse ci guadagna, ma par d’essere altrove. Con l’aggiunta di un gran malcontento per i puristi delle piazze di pietra, i quali d’altronde si saranno già rassegnati: il verde lì era radicato ormai da tempo; ed era pure molto più verde. Anch’esso è stato espiantato.

Il Conte, marzo 2017 – © Mozzafiato

Foto copertina Elena Galimberti – riproduzione riservata

 

 

 

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