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UN POPOLO COLTO E’ UN POPOLO LIBERO

“La cultura, come l’amore, – osserva Rob Riemen – non ha il potere di costringere. Non offre garanzie. Ciò nonostante, l’unica possibilità di conquistare e difendere la nostra dignità di uomini ce la offrono proprio la cultura e un’educazione libera.” 

Ancor oggi, la riapertura e la gestione degli spazi culturali, la loro messa in sicurezza, non rappresenta un problema marginale seppur gestito, vergognosamente, come tale.

Il mondo dell’arte conta molte anime silenziose che con lacci emostatici stretti attorno al collo, si vedono privare della loro dignità e messi in disparte.

Eppure, la crisi si combatte raddoppiando i fondi alla formazione invece di diminuirli drasticamente. L’educazione è la base per lo sviluppo ed il successo di una nazione, nonché fertile terreno per il germogliare del Pensiero Libero: quel che basta, si dice, a nutrire i sentimenti degli spiriti grandi, a dar loro speranza e potere per salvaguardare la conoscenza.

Sabotare la cultura significa sabotare il futuro dell’Umanità intera perché essa, in ogni sua forma e colore, è pura, divina e amabile, ma anche immorale, bizzarra e profana;  è figlia di una società obiettiva e clinica che ora più che mai necessita di una direzione da prendere, un’identità da ritrovare nella memoria collettiva del nostro “Bel Paese”.

Risulta semplice trainare greggi di crani lobotomizzati piuttosto che convincere esseri con capacità di giudizio e di sentimento individuale, perché un popolo incolto è un popolo remissivo e sottomesso, quindi un popolo digiuno di sapere non sarà mai un popolo libero.

Felicia Cigorescu, maggio 2020 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa