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CANNES 14° giorno

CANNES 14° giorno, quello che non esiste, e sei in preda alla … Tristesse.

E’ nel 14° che raccogliamo le forze e tentiamo di buttarci alle spalle la nostalgia – impresa durissima – della dozzina di giorni appena trascorsa in Costa Azzurra. Al sapore di ruggine e ossa. Ma il Festival non è solo quello che si vive in sala o si respira fra un red carpet e l’altro. Cannes è formidabile proprio perché in quella scintillante dozzina coinvolge tutta la città in un’atmosfera che in tantissimi hanno tentato di imitare, senza successo.

Non potevo non iniziare il racconto della mia Cannes dalla boulangerie. Più che una panetteria, un rifugio. Per la collocazione topografica, in cima a una collinetta, che ne fa l’ultimo avanposto prospiciente il Palais, prima di immergermi nella pazza giornata cinefila.Paul_cannes_03-74818ff041

Il mattino, oltre che avere l’oro in bocca, è difficile per tutti. Così a volte lo scambio minimo è difficile perché sopraffatto dal sonno.

“Cafè et pan au chocolat” è la divisa della colazione. Le ragazze un po’ stralunate sono messe in riga dalla manager, ricciolina tutto pepe che vuol leggersi prima di tutte le news del Festival sul Nice – matin.

“Vai da Paul che il pane è migliore!” – è l’urlo di un collega che si è già inoltrato nel mercato. “Anzi. Da Paul tutto è migliore!”.

Il concorrente della mia boulangerie sta a 300 metri di distanza e durante il Festival realizza dolci straordinari: tartine alla meringa di limone, quiche fragola e lampone, per venire incontro ai disperati delle quattro-proiezioni-consecutive e relativi cineforum. Un bicchiere di Merlot e una quiche, spesso è l’abbinamento ideale.

Secondo solo a… 

Il Merlot e… L’OSTRICHETTA

Prima, però, prendiamo possesso della camera che accompagnerà i corti, fatidici giorni. Sempre lei, affacciata su un balconcino che dà su un edificio rosa. Più Costa, più Francia di così…

Non faccio in tempo a vivere la vigilia, che cado prona su un cuscino. Mi riprendo  respirando l’aria di mare e guardando Ingrid Bergman, icona di questa 68. edizione, sorridere al sole. Prima tappa: ostrichetta, gentilmente offerta da un’amica insieme a un table di frutti di mare a sovrastare le nostre teste. Ci aspetta una prova intensa. Lei dovrà concludere affari. Io pezzi.

Lei incarna il cinema-business. Non il mio mestiere.

Ja10Jacques Audiard Palma d’Oro per Dheepan è solo l’atto finale di una full immersion di film, articoli, chiacchiere, code di un’ora per entrare alle proiezioni, musica e ronzii vari nelle orecchie, fotografie, appostamenti, pranzetti veloci, caffè in quantità thermos e i biiip – quelli sì, la vera colonna sonora! – delle macchinette controlla pass. Giornate in cui il miraggio è uno solo: il letto.

 

IL JAZZ

Mi aiuterà tanto il jazz ogni mattina, prima del film al Grand Theatre Lumière. Momento sacro, un rito, mentre tutti i giornalisti sono affacendati a: prendere posto, leggere il giornale, guardare le stellette su Screen, scrivere, aggiornare blog, twittare, chiacchierare. Lo sappiamo bene io e il mio collega storico, quanto ci fa bene un po’ di Art Blakey alle 8.

LA SANCULOTTA

Soprannome che abbiamo dato alla commessa della prima boulangerie, che ho ritrovato al Caffè Giulia, lungo Rue des Etats Unis, quest’anno. Tutto il mondo è paese. Mi ha ricordato Reggio e le bariste che ruotano, in zona via Emilia S. Pietro dove scrivo. Ma lei è impagabile: volto gonfio, cuffia in testa, broncio perenne. E’ lei che vedo in sogno, lassù sulla Bastiglia, col forcone!Giostra

UN GIRO DI GIOSTRA

L’avreste mai detto? A Cannes ci sono ben due giostre dei cavalli sulla Croisette.

La prima che si incontra venendo dal porto vecchio è quella di fianco al campo da bocce. Sì, perché i vecchi della città adorano sfidarsi in partite interminabili mentre le mogli comprano ceramiche e piccoli quadri raffiguranti cagnolini (!!!) nel mercato alle spalle del campetto.

La seconda giostra di cavalli, invece, è fra le palme adiacenti la spiaggia, alle spalle del tapis rouge.

Perciò l’antifona è: volete appostarvi per scattare la foto al divo di passaggio? Fatelo e mandate il marito col piccolo a fare un giro di giostra. E la famigliola è sistemata.

michael_fassbender_1SDILINQUIRSI PER MICHAEL FASSBENDER.

Lui, lo sapevo, fa storia a sé. Non è il mio preferito, ma lo è di milioni di donne, comprese mie amiche. E’ Macbeth nel film di Justin Kurzel. Bravissimo. Devo dire che dal vivo trasmette adrenalina. Occhi verdi trasparenti, sorriso irresistibile, alto, fisico nervoso, capelli biondo-rossi. Ma è il magnetismo. Lui ce l’ha. In più è gentile. Da innamorarsi. Ma non lo vedo come sex symbol e non so perché.

Un giorno collega mi invita alla passeggiata sulla Croisette. La città scintilla come un diamante Chopard e ti senti come le star. La musica più cool, l’euforia che fa rima con frenesia, le lamborghini e le ferrari. I motori che rombano, il ghiaccio che tintinna…Lara

MA NON TOGLIETEMI il cinema sulla spiaggia. Non è lavoro, è piacere. Noi tutti siamo prima fan, poi giornalisti e guardiamo con un sospiro alla spiaggia. Perché è da lì che viene la passione. Da un giorno, per caso, trascorso davanti al grande schermo, con niente altro che l’immaginazione a invadere lo sguardo. La creatività di un autore.  I film che abbiamo amato e che continueremo a vedere nel rito delle luci spente. Mescolati alla gente di Cannes e… è capitato… a Nanni Moretti, ex presidente di giuria, che qui venne a vedere Lo Squalo del collega Steven Spielberg.

ORECCHIO SEMPRE TESO.

Non abbiamo accesso al red carpet, ma lo sentiamo. Un giorno ho visto i poliziotti della marina scendere a grappolo da boulevard Carnot per andarlo a presidiare. Vi assicuro: è un certo momento. La strada si divide in tre corsie, quelli che entrano, quelli fuori, quelli intorno. Da uscirne pazzi. La cosa migliore è farsi ospitare su una terrazza prospiciente, da un locale. Sbirciarlo da lì. Facendo finta di fare un report, nel frattempo.

Scena che fa pendant con quella sopra descritta: le maschere del Festival nella tipica mise nocciola, si avviano verso il palais alle 7.30 con borsello a tracolla e croissant nel sacchetto. Il lato domestico del glamour.

DOVE SI MANGIA.

C’è una separazione non scritta, ma netta, a Cannes fra ristoranti dove va la gente del posto e ristoranti dove va la gente di cinema. I primi sono a sinistra guardando dal mare, gli altri a destra. Nei primi c’è la cucina francese, nei secondi la cucina ‘autentica di Mamma Rosa’.

Quindi anche i Coen, per dire un nome a caso, vanno a destra? Niente affatto. I fortunati raccontano di averli veduti in un ristorante sotto il Municipio, nel quartiere Suquet, pranzare col sindaco, molto molto defilati.

MA COM’E’ JULIA ROBERTS?

E’ la domanda, dalle decine di varianti (‘Ma com’è Angelina Jolie? Brad Pitt?’) che ci sentiamo rivolgere da una signora imprenditrice che l’indomani deve partire per Grasse, dove presenterà un nuovo profumo di sua creazione! Sarà anche di passaggio, ma sfodera un invito al party del Marriott per sabato sera.

SomeoneTO BE SOMEONE.

Ecco che salta fuori l’Ego. Di attori, registi, gente di cinema. Giornalisti!

Meriterebbe un corso di laurea questo argomento, proviamo a riassumerne i cardini. Chi è già qualcuno, ha occasione formidabile per confermarlo. Chi non lo è, scalpita per dimostrarlo. Ed è lì che si assiste alle scene peggiori.

In posti come questo esibisci te stesso come il trofeo. Perciò fa che sia bello, e ben lucidato.

Dicevamo delle scene truci…

LA VECCHIA E LO SCHIAVO.

Ore 20. Cena? Macché, arietta fresca che entra dal roof, l’ora più magica. A pochi posti di distanza, un reporter francese che diventa in un secondo lo zimbello della stanza. Alle sue spalle, un’arpia: vecchia, cadente, ferramenta d’oro addosso, lo percuote di richieste impossibili. Lui esegue sbuffando. La megera dopo venti minuti, decide di mollare l’osso per riparare in un cinque stelle superior. Ma rientra altre dieci – dicesi 10 – volte per conferire con il poveretto e impartirgli nuovi ordini.

Preparate due Tso.

Io vado a dormire.

In definitiva, Ti senti come … Tristesse

mentre perdi i pensieri giusti, picchiettando sulla tastiera sbagliata.

Ti senti come Joie

all’apparire di Jake Gyllenhaal.

Ti senti come Tristesse

a un cm dall’ingresso in sala, e ti dicono ‘C’est complète’.

C’est la vie. A Cannes.

 

Lara Ferrari 22 maggio 2015 – Mozzafiato Copyright

Ufficio Stampa