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Credere o non credere: dubbio ancestrale.

In principio fu il Divino.
Poi a quello si affiancarono imperatori e monarchi, che non a caso di quello spesso si proclamavano emanazione se non addiruttura incarnazione.
Poi vennero condottieri e dittatori.
Poi le grandi ideologie pervasive, e i loro meschini paladini. Infine i padroni del vapore, poi dell’informazione, delle reti, del consenso, della ‘scienza’. Sempre con buona pace della coscienza, la loro e la nostra.
Tutti a far leva su quel bisogno primordiale, il credere, e su quella paura atavica, il non credere; in qualcosa ritenuto più grande, più potente, più sapiente e pure ahinoi più degno, più meritorio e fin più buono. Con conseguente adorazione, più o meno fanatica, dello stesso.
Chissà perché tutti si sforzano di credere in qualcosa o in qualcuno altro da ciò che unico sicuramente farebbe per definizione null’altro che il proprio interesse: il sé, la propria mente, il proprio istinto, la propria intuizione, la propria convinzione.
Così ci ritroviamo a credere a governanti e politicanti, abbienti e potenti e ai loro novelli apostoli laici, che a differenza di quelli santi non hanno neppure più l’aura fascinosa del mistero soprannaturale. Ma come con quelli, se non credi o credi poco o credi con riserva o credi ma dubiti o credi in qualcosa d’altro o di leggermente diverso, sei eretico, reietto, nemico, spregevole: come allora degno del rogo, che non mi stupirei se qualcuno ripristinasse. 
Decenni e decenni di Lumi, di predica della Ragione, del Dubbio assunto come fondamento del razionale e guida suprema e affidabile del pensiero e dell’azione son passati invano. Un fideismo (senza Fede), un credo ergo sum serpeggiano, testimoni e forieri di grandi novelle sventure, come sempre furono.
Posto che anche il non credere di default è nient’altro che una forma diversa del credere a prescindere, la saggezza sarebbe tanto facile quanto rinnegata, come sempre: credere e non credere insieme, non credere fingendo di farlo, o viceversa; e agire di conseguenza.
Cioè fare per le fedi laiche quello che ormai da molto tempo largamente si fa per le fedi religiose.

Il Conte, aprile 2023 – © Mozzafiato

“Non cercare di capire per credere, ma credi per capire, perché se ti sforzerai di capire, non crederai mai”

(Sant’Agostino)

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