Home / LIFESTYLE / “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”

“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”

In questo periodo quasi tutti i post sui vari social, citano l’episodio della peste nel libro di Alessandro Manzoni “I Promessi Sposi”. Questo per sottolineare la reazione e la psicologia del popolo di fronte ad un evento incontrollabile.

Dimenticano che, forse oggi, è ancora più importante del medesimo romanzo citare la frase di don Abbondio di fronte al Cardinale Federico Borromeo quando confessa spontaneamente “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.

In effetti è quello che contraddistingue la maggior parte di noi di fronte alle avversità. Affrontare le proprie paure non è semplice, figurarsi quelle comuni  che attraversano tutte le nazioni del nostro globo terrestre.

Bisogna precisare che tutti coloro che sono in prima linea medici, infermieri, volontari, ma anche le semplice cassiere di un supermercato o i camionisti che trasportano merce, sono delle persone normali come tutti noi, ovviamente con le paure e le loro ansie identiche alle nostre, ma che non si tirano indietro rispetto all’emergenza che ci circonda.

Quindi loro hanno tanto coraggio e noi siamo coloro che hanno solo paura?

No, se una persona è coraggiosa non significa che non ha paura, ma semplicemente che ha deciso di trasformare questo sentimento invece di fuggire.

Questa paura dell’ignoto attraversa l’emotività umana, portando reazioni emozionalmente diverse. C’è chi va in un supermercato tranquillamente all’arma bianca senza mascherina né guanti e chi invece scende per gettare l’immondizia bardato quasi con una tuta spaziale da far invidia a Neil Amstrong, il primo uomo che atterrò sulla Luna.

Bisogna applicare in questi casi, come suggeriva Orazio Est modus in rebus”, la giusta misura nelle cose. In altre parole cercare di essere pazienti e forti e non sfrontati o irresponsabili.

Sicuramente le notizie che ascoltiamo quotidianamente sulla pandemia in corso non aiutano, anzi creano maggiore tensione e difficoltà. Anche perché tutti i programmi dal telegiornale a qualsiasi altro intrattenimento televisivo sono incentrati solo sull’argomento del Covid-19.

Bisogna anche qui usare la formula della saggezza antica sopraindicata. Non esagerare ascoltando solo l’informazione medica del momento, bensì diversificare. Guardare un film che da tempo volevamo vedere, preparare un piatto che desideravamo, ma che non abbiamo gustato, perché la sua preparazione richiedeva troppo tempo, riascoltare un vecchio disco, ma soprattutto chiamare le persone,da quelle più vicine a quelle più lontane, per condividere emozioni ed esperienze. E senza vergogna di confessare paure, timori, tensioni, preoccupazioni, che questo momento difficile ci procura.

Ci renderemo conto che le loro paure sono molto simili alle nostre e ci sentiremo alleviati, perché avremo compreso che gli altri siamo noi stessi.

Baldassarre Aufiero, marzo 2020 –  © Mozzafiato

 

 

Ufficio Stampa