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The ghosting philosophy

I FANTASMI DEL PRESENTE

Non infestano manieri e castelli, ma sono ben vivi in mezzo a noi. Come quelli delle storie noir però si manifestano solo ad alcuni, rimanendo invisibili per gli altri; come quelli, nascono da morti violente, ma non di persone, bensì di relazioni.
Non spaventano le notti dei bravi bambini, ma quelle dei buoni amanti.
Non scaturiscono dalla fantasia distorta di qualche visionario, ma dalle storture delle nuove forme di comunicazione digitale.
  Per i pochi che non l’avessero già capito o sperimentato, si allude al ghostingquella nuova discutibile pratica per cui uno dei partners (solitamente la donna, maestra e regina com’è da sempre delle insidie e dei sotterfugi) improvvisamente scompare, come nel nulla, cancellandosi e cancellando l’amato da tutti i contatti più o meno sociali che si avevano in comune. Vera e propria morte putativa, con dissolvimento, anziché nell’etere, nei meandri della rete. L’assurdo è che all’origine solitamente non vi è nessun vero motivo, almeno apparente, se non forse la latente voglia (o sfizio) di rimanere da soli per non legarsi troppo. Proprio perché non v’è motivo, non si vogliono dare spiegazioni, che risulterebbero dunque infondate e pretestuose. Si preferisce star bene per un po’ e poi fuggire, vittime di un consumismo edonistico individuale che fagocita anche le relazioni.
L’aggravante? Si trattava di una liason d’amour duratura e consolidata; e ben soddisfacente per entrambi.
Cosa rimane? Il ricordo, che non riesce neppure ad essere danneggiato, in quanto di solito non v’è stato alcun dissidio; ed il rovello, per aver sbagliato qualcosa, che non riesce neppure ad essere sciolto, perché di solito non si è sbagliato nulla.
Non lo si confonda con la fine di una storia o di una passione, perché la fine non c’è stata; si è scelto,voluto,preteso,imposto un troncamento forzato.
Non lo si confonda con una (ugualmente legittima e meritoria) avventura breve, brevissima o istantanea, perché questa si sa/si capisce già quando nasce che ha una scadenza molto prossima.
Si dirà, ma in era ante socials et similia non ci si lasciava? Sì, certo, ma diversamente e motivatamente. Nel mondo analogico ad esempio era impossibile escludere qualche numero telefonico. Prima o poi si doveva pur rispondere e spiegarsi, riconoscere errori non considerati o porvi rimedio, magari litigare, spesso piangere e a volte riconciliarsi e ricominciare; era impossibile non ricevere le lettere manoscritte e non cedere alla tentazione di leggerle..e spesso di farsi convincere, di ricredersi, di corrersì incontro. Come in ogni situazione civile, c’era la possibilità di un ripensamento e di una decisione di appello. Ora il giudice è diventato unico,monocratico,unilaterale e parziale; come nelle dittature. È come se si fosse testardamente intrapreso un cammino senza possibilità di ritorno, senza neppure la facoltà di suggerire/convincere che non è la via giusta.
“L’amore finisce sempre e comunque”, dice qualcuno (ma poi non è vero); quindi il ghosting sarebbe la scelta più rapida, efficace ed indolore. Però non è così, perché non è vero che “chi se ne va, che male fa”, ma piuttosto che “partir c’est mourir, un peut, anche per chi resta; peraltro tutto dipende da come si va e da perché si parte.
 A confronto sembrano bei tempi persino quelli in cui ci si offendeva e ci si scandalizzava perché ‘mi ha lasciato con un SMS’, almeno c’erano fino a 160 caratteri da interpretare e su cui riflettere.

Il Conte, luglio 2019 – © Mozzafiato

Ufficio Stampa