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Un cojone romantico

Ore 18.00, via Cola Di Rienzo. Fermo sul marciapiede, parlo al telefonino e osservo distrattamente le vetrine dei negozi.
Davanti a me sopraggiunge un “vagabondo”. Mi incuriosisce il suo incedere ricurvo e stanco. Lo seguo con la coda dell’occhio mentre lascia delle monete nella ciotolina di una barbona.
Il rumore metallico nel piattino è inequivocabile. Deve averle lasciato dei soldi. Nell’indifferenza di molti, il suo gesto di condivisione, lo trovo d’una bellezza suprema. Rapidamente estraggo il portafoglio dalla tasca dei jeans, prendo dieci euro e penso che quell’uomo vada premiato. Mi volto ma non c’è più. Sembra essere stato inghiottito dalla folla. Percorro velocemente il viale scandagliando, fra la gente, la sua flebile corporatura.
Ma nulla. Non lo trovo. Quell’uomo, così come era apparso d’improvviso, in egual modo modo si era volatilizzato.
Attraverso la strada per cercarlo dall’altro lato della via ma non v’è alcuna traccia di lui.
Quasi rassegnato e rimproverandomi per non esser stato più scaltro nel prendere i soldi, finalmente lo vedo all’interno del Mercato dei Fiori. Riattraverso la strada e senza pronunciargli alcuna parola, gli lascio il mio piccolo “dono”. Perplesso, guarda le mie dieci euro e mi ringrazia con un esteso cenno del sorriso. Poi esce dal mercato. Resto qualche secondo immobile. Soddisfatto. Fuori è umido. La temperatura sta cambiando. Mi allaccio il bottone centrale della giacca ed esco anche io. Procedo alla mia sinistra per pochi metri e lo ritrovo lì, nuovamente vicino la barbona.
Le lascia i miei dieci euro e si baciano soddisfatti.
SONO UNA COPPIAAAAAAAAAA!!!
‘Sti due so’ “pappa e ciccia”.
Mortaccimiaaaaa, altro che sublime divisione del “poco”.
E così, dopo essermi mandato riccamente a fanculo da solo, resto il solito cojone romantico.
Co’ quei dieci euri me ce potevo compra’ du’ spazzole nuove.

Michele La Porta, ottobre 2018 – © Mozzafiato

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