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Questo #andràtuttobene è diventato davvero irritante.

Questo #andràtuttobene è diventato davvero irritante. È patetico, lo trovo fuori
luogo, superficiale. Vorrebbe essere rassicurante, invece è crudele e inappropriato. Si poteva accettare all’inizio, quando i morti e le macerie si contavano ancora. Ma adesso?
ANDRÀ TUTTO BENE? E Quando? Per cosa? E per chi precisamente? Per i morti? Le madri? I padri? I figli? I fratelli? Le sorelle? Gli innamorati? Gli amici? Perché…per loro non è andato tutto bene. È ufficiale. Non è andato bene proprio niente. Quindi potremmo evitare questo hashtag melenso che invano tenta di rimuovere una grande sofferenza collettiva. Legittima. Profonda. Grave. Sentita.
Siamo reclusi. Chiusi in casa, per chi ce l’ha una casa; per chi già prima non aveva soldi per mangiare, andrà pure peggio. Qualcuno perde il lavoro. Sono passati quasi due mesi e i nostri sogni, per cui tanto ci battiamo e lottiamo quotidianamente, sembrano chimere. Impotenti da apparire vigliacchi ai nostri stessi occhi. Persino questa primavera, sembra una beffa.
L’ottimismo, la fiducia e l’amore per la vita possono essere espressi con concetti personali, anche frasi semplici, originali e sincere; non credo che abbiamo bisogno di slogan come “andrà tutto bene”.Cerchiamo di accettare piuttosto che non va affatto bene e facciamo germogliare il nostro intuito, la nostra sensibilità, i nostri pensieri, le nostre espressioni, le nostre opinioni, la nostra ironia, la densità del flusso che ci attraversa; le pulsioni, i battiti. Noi qui siamo ben oltre il Bene e il Male. Giusto o sbagliato che sia, esistiamo e basta, per fortuna! A prescindere da tutto; e ci manifestiamo anche senza affermare che “andrà tutto bene”. Quest’espressione chiude il concetto di “BENE”, banalizza una complessità, è indice di una mancanza di spirito critico, è relativa a chi può permettersi di dirla; è riduttiva e priva di un reale senso della prospettiva. Perciò non è universalmente condivisibile in questo tempo e in questo spazio…non si sa come andrà!
“andrà tutto bene” non va bene né per i morti, né per i vivi, perché si deve avere il diritto anche di non sapere come andrà, di non sapere nulla di nulla, di sentirsi svuotati, e di scrivere che no, per ora “Non Sta andando tutto bene”.
Magari andrà meglio, sicuramente tutto passa.

Roberta Lidia De Stefano, aprile 2020 – © Mozzafiato

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